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libro quinto | 209 |
Noi desideriamo imparar l’arte magica e vogliamo andare là dove avremo o ricchezze o la morte. Tale è il nostro divisamento. Perchè è stato detto:
Talor pel suol di sotto vi s’interna.
Possente, incomprensibile
È veramente il fato,
Ma forse all’uom nessun potere è dato?
Se tu dici: «È il destin! l’incompreso!» — ,
Dell’uom tutto nel merto è compreso1.
Nessun bene quaggiù puossi acquistare.
Di Madu l’uccisor, con mani stanche
Dall’agitar, potè Lacsmi abbracciare2.
Perciò consiglia tu a noi alcun mezzo per guadagnar danaro, come a dire il potere penetrar sotterra, lo stare ad abitare in un cimitero, l’asservire una strega, il trafficare di carne umana, insomma ogni espediente di magia. Tu sei celebre per operar cose meravigliose, e noi siam deliberati a tutto. Intanto è stato detto:
Bairavananda allora, avendo riconosciuto ch’essi erano atti a divenir suoi discepoli, fatti certi talismani magici di quattro specie, ne diede uno per ciascuno e disse: Andate ora alla regione settentrionale dell’Himalaia. Quando ad alcuno di voi cadrà di mano il talismano, là, in quel luogo, indubbiamente ritroverà un tesoro. — Dopo cotesto, intanto ch’essi andavano, ecco che a colui che andava innanzi agli altri, cadde di mano a terra il talismano. Ora come egli ebbe scavato in quel luogo, il suolo di sotto si mostrò esser tutto di rame. Allora egli gridò: Ohé! prendiamo di questo rame quanto ne vogliamo! — Ma gli altri dissero: Oh! sciocco, e che si fa di questo rame? Anche s’egli è molto, non però toglie via la povertà. Lèvati su, e andiamo avanti! — Detto ciò, tolse quanto volle di quel rame e per il primo ritornò indietro. Gli altri tre andarono avanti, quand’ecco a quello che di poco precedeva gli altri due, cadde il talismano. Egli scavò, ed ecco che il suolo di sotto era tutto argento. Allora, tutto gioioso, gridò: Ohé! prendasi tanto argento quanto ne vogliamo, e non andiamo più innanzi! — Ma gli altri due dissero: O sciocco! dietro a noi era il suolo
- ↑ Cioè è l’uomo che fa, non il destino.
- ↑ Quando gli Dei agitarono l’oceano per far l’ambrosia, l’uccisor di Madu, cioè Visnù, dopo che fu stanco dell’agitar con gli altri, ebbe in isposa, come premio, la dea Lacsmi, cioè la dea della Fortuna.
- ↑ Il fuoco infernale che si crede essere in fondo al mare nella regione australe.
Pizzi, Novelle Indiane di Visnusarma. — 14. |