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196 novelle indiane di visnusarma

d’accordo con un amico come te. Ma tutto ciò avviene in forza del destino. Perchè è stato detto:


Per quanto grande sia,
L’avvedutezza mia,
Doppia è tua furberia.


L’amante non c’è più,
Non c’è lo sposo. Orsù,
Putta, a che guardi tu? —


Il scimio disse: Come ciò? — Il delfino disse:

Racconto. — Abitavano già in un certo paese due agricoltori, marito e moglie. La moglie, poiché il marito era vecchio, avendo sempre la mente a tutt’altro, non stava mai ferma in casa, ma andava qua e là in cerca di altri uomini. Un giorno, essa fu veduta in un luogo deserto da un furfante di ladro che le disse: O fortunata! mia moglie è morta e io, al vederti, son stato preso dall’amore. Concedi adunque che io pigli piacere di te. — La donna rispose: O fortunato, se così è, sappi che mio marito ha una gran quantità di denaro. Ma, essendo molto vecchio, egli non può muoversi. Io però, pigliandomi tutto quel denaro, verrò con te acciocché, andando con te in altro paese, io possa godere a mia voglia della felicità del piacere. — L’altro disse: Ciò mi piace, e però domani all’alba tu devi venire sollecitamente a questo luogo perché, andando ad una città più bella, godasi con te alcun frutto della vita del mondo. — La donna allora, avendo promesso col dir di sì, tornata a casa con bocca ridente, intanto che il marito di notte stava in letto, si pigliò tutto quanto il denaro e all’alba corse al luogo designato. Il ladro, entratole innanzi, voltosi alla regione meridionale, con molta prestezza s’incamminò. Come furono andati così per due yogiani1, ecco che si trovarono dinanzi ad un fiume. Al vederlo, il ladro pensò fra sé: Che ho io da farmi di costei che è già sul cadere della gioventù? e che, se alcuno le verrà dietro alle spalle? Questo sarebbe per me un gran malanno! Io adunque mi piglierò i suoi denari e me n’andrò da solo. — Così avendo divisato, le disse: Questo gran fiume, o cara, è difficile da passare. Come io avrò deposto i denari sull’altra sponda, ritornerò da te. Allora, come mi ti avrò fatta montar sulla schiena, felicemente, sola come sarai, ti farò passar di là.— Rispose: E così si faccia, o fortunato! — Così dicendo, gli pose in mano tutto quanto il denaro. Ma quegli disse: O cara, dammi anche la sopravveste e la camicia. Cosi potrai senza timore entrar nell’acqua. — Fatto ciò, il furfante toltosi il denaro e quel paio di vesti, se ne andò dove più gli piacque. Mentre la donna, tutta turbata, se ne stava seduta sulla sponda del fiume serrandosi il collo fra le mani, ecco che capitò là la femmina d’uno sciacallo tenendosi in bocca un brandello di carne. Intanto che, venendo, essa guardava qua e là, un grosso pesce, uscito dall’acqua, se ne stava là fuori, sulla sponda del fiume. Al vederlo, essa lasciò andare il pezzo di carne e corse dietro al pesce. Un nibbio intanto, calandosi dal

  1. Misura itineraria indiana.