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libro quarto | 195 |
Mentre il delfino stava così a favellar col scimio, un pesce che intanto sopraggiunse, gli gridò: O delfino, la moglie tua, perchè non volle toccar cibo nel tempo che tu qui t’indugiavi, vinta dalla potenza del desiderio, è morta. — Il delfino, all’udir quella parola che fu simile per lui alla caduta di un fulmine, col cuore in gran turbamento incominciò a lamentarsi: Oh! che è mai accaduto a me meschino! Perché è stato detto:
Ma tu, amico, perdonami se da me ti è stato fatto oltraggio. Io intanto, poiché ho perduto la femmina mia, mi avventerò nel fuoco. — Udendo cotesto, il scimio sorridendo disse: Oh! già da tempo io t’aveva riconosciuto come tale che si lascia governare e dominar dalle femmine! Ora però ne ho la prova, da che tu, o sciocco, pur nella buona ventura vieni in tanto corruccio. Come muoia una mogliera sì fatta, vuolsi invece far festa. Di fatto è stato detto:
Trista vecchiaia in aspetto di sposa
Da ogni savio si estima che non erra.
Quando per ira il loro infante uccidono
Che più mesi nel ventre si portarono?
Il delfino disse: Amico, è così. Ma intanto che faccio io? Due malanni mi son capitati. Uno è la rovina della casa; l’altro è il non andar più
- ↑ Albero indiano.