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libro quarto 195


Mentre il delfino stava così a favellar col scimio, un pesce che intanto sopraggiunse, gli gridò: O delfino, la moglie tua, perchè non volle toccar cibo nel tempo che tu qui t’indugiavi, vinta dalla potenza del desiderio, è morta. — Il delfino, all’udir quella parola che fu simile per lui alla caduta di un fulmine, col cuore in gran turbamento incominciò a lamentarsi: Oh! che è mai accaduto a me meschino! Perché è stato detto:


Può nelle selve andare
Quei che in casa non ha
Una madre o una sposa
Che gli parli amorosa.


Somiglia in verità
A una selva la casa
Che deserta è rimasa.


Ma tu, amico, perdonami se da me ti è stato fatto oltraggio. Io intanto, poiché ho perduto la femmina mia, mi avventerò nel fuoco. — Udendo cotesto, il scimio sorridendo disse: Oh! già da tempo io t’aveva riconosciuto come tale che si lascia governare e dominar dalle femmine! Ora però ne ho la prova, da che tu, o sciocco, pur nella buona ventura vieni in tanto corruccio. Come muoia una mogliera sì fatta, vuolsi invece far festa. Di fatto è stato detto:


Quella donna che male si comporta,
Che sta con altri in sempiterna guerra,

Trista vecchiaia in aspetto di sposa
Da ogni savio si estima che non erra.

E però quei che desidera
Qui la sua felicità,
Anche il nome delle femmine
Con gran cura eviterà.
Ciò che serbano nel core,
Sulla lingua mai non hanno;
Ciò che serban sulla lingua,
Metter fuori mai non sanno;
Ciò che fuori han messo alfine,
Le ree donne mai non fanno.
Quanti periscono
Che per vertigine
A donna accostansi
Di gran beltà,
Come alla lampada
A perir va
Stolta farfalla!
All’interno velenose,
All’esterno dilettose,


Son le donne per natura
Come il frutto che del gungia1
Sovra i rami si matura.
Non se le batti
Con un bastone,
Non se le infilzi
A uno schidione,
Non per elogi,
Non per presenti,
Si fan le donne
Obbedïenti.
Basta! Perchè dir altre scelleraggini
Che commetton quaggiù le triste femmine

Quando per ira il loro infante uccidono
Che più mesi nel ventre si portarono?

Lo sciocco soltanto
In ruvida donna
Si cerchi l’amore,
In femmina altera
Si cerchi l’ardore,
E in chi nulla sente,
Un tratto piacente. —


Il delfino disse: Amico, è così. Ma intanto che faccio io? Due malanni mi son capitati. Uno è la rovina della casa; l’altro è il non andar più

  1. Albero indiano.