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LIBRO QUARTO
Ora s’incomincia il quarto libro che ha per soggetto la perdita di ciò che si è acquistato, e di cui questi sono i primi versi:
Così, intanto, s’ode raccontare:
C’era una volta in una regione vicina al mare un grande albero di pomi rosati che sempre aveva frutti. Là abitava anche un scimio di nome Ractamuca. Sotto quell’albero, uscendo dalle acque del mare, un giorno venne anche a posarsi sul’estrema sponda ricoperta di sabbia finissima un delfino di nome Vicaralamuca. Allora Ractamuca gli disse: Tu mi sei un ospite mo’ venuto. Perciò mangia tu di questi pomi rosati che ora ti darò, simili in tutto all’ambrosia. Perchè è stato detto:
O a un banchetto funeral, nessuno
La vita o il nome a dimandar s’appresti,
Non la famiglia, non ciò ch’egli sa;
Tra quei di Mànu questo detto sta.
Così avendo parlato, gli diede di quei pomi rosati, e il delfino, come ne ebbe mangito, goduto lungo tempo col scimio la felicità di stare insieme, ritornò a casa sua. Così poi sempre egli e il delfino, venendo all’ombra del pomo rosato, solevano trattenersi con piacere passando il tempo in quella lor buona compagnia. Ora, il delfino, tornando a casa, porgeva alla
- ↑ Così secondo il testo di Calcutta. Quello del Kosegarten ha: Chi in sua stoltizia, per le lusinghe altrui, lascia andare ciò che ha acquistato, resta ingannato come lo stolido delfino fu ingannato dallo scimio.
- ↑ Il sacrifizio.
- ↑ Cioè le anime degli antenati.