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160 novelle indiane di visnusarma

freddo e dal caldo, dal vento, dalla pioggia e dalle altre intemperie. Un giorno, gli fu dato da un devoto, per compassione, un paio di vitellini, i quali egli, prendendoli dalla loro tenera età, alimentandoli con latte accattato, con olio di sesamo, con grani e con altro, allevò acconciamente. Ma poi un ladro, come li ebbe veduti, si mise d’un tratto a pensare: Oh! io porterl via al Bramino cotesto paio di giovenchi! — Così avendo divisato, intanto che si mosse di notte per andare, presasi una soga da legare i giovenchi, ecco che a metà di strada gli fu veduto un tale che aveva una fila di acuti e ratri denti, sporgente il naso come un ramo di bambù, con occhi grandi e rossi, con forti muscoli, con membra sbilenche, le guancie macilente e la barba e i capelli e la persona rossi come fuoco bene acceso. Vedendolo, quantunque preso di gran paura, il ladro gli domandò: Chi sei tu? — E l’altro disse: Io sono il terribile demone Satiavaciana1. Ora anche tu fammiti conoscere. — Disse il ladro: Io sono il ladro Cruracarma2 e vado a rubare un paio di giovenchi ad un povero Bramino. — Allora, fidandosi di lui, il demone gli disse: È questo il momento del mio sesto pasto, e però voglio ora mangiarmi quel Bramino. Ciò appunto va bene, e noi due così attendiamo a una faccenda sola. — Così, postisi là in un angolo ambedue, stettero ad aspettare il momento opportuno. Quando poi il Bramino s’addormentò, il ladro, vedendo che il demone già s’era mosso per divorarlo, disse: O sozio, non è questo il modo! quand’io avrò portato via il paio di giovenchi, allora tu potrai divorarti il Bramino. — Ma l’altro disse: Se per caso il Bramino si desterà al muggire dei giovenchi, l’impresa mia non sarà riuscita. — Ma il ladro disse: E se, intanto che tu ten vai il paio de’ giovenchi, tu dovrai divorarti il Bramino. — Mentre essi in questa maniera contendevano dicendo: Io! Io! — , natane una baruffa, il Bramino al gran rumore si destò. Il ladro allora disse: O Bramino, questo demone ti voleva divorare. — E il demone alla sua volta gridò: O Bramino, questo ladro ti voleva portar via il paio de’ giovenchi. — Il Bramino, come udì, si levò su e accortamente, con una preghiera mentale al suo Dio particolare, si liberò dal demone e salvò dal ladro i giovenchi tirando fuori un bastone. Perciò io dico:


Per nostro ben contendono fra loro
I nemici talvolta: e fu da un ladro

Data ad altri la vita e di giovenchi
Da un orrido demon fu reso un paio. —


Come ebbe udito e accolto quel discorso, Arimardana volle interrogare anche Pracaracarna: Dimmi ora che ne pensi tu. — E l’altro disse: O signore, colui non si deve ammazzare, perchè, ove egli restì salvo, si

  1. Cioè il veridico.
  2. Cioè facitore di opere crudeli.