Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
libro terzo | 149 |
Ora, poichè voi che di notte siete ciechi avete avuto ricorso ad un re dappoco che è cieco di giorno, andrete per la via della lepre e di Capingiala. Perciò, tenendovi bene in mente cotesto, facciasi da voi ciò che si deve fare. — Allora, avendo ascoltato questo discorso del corvo, gridando tutti: Oh! egli ha parlato giustamente! — e dicendo ancora: Suvvia! raduniamoci e consigliamoci intorno al nostro sovrano, — gli uccelli andarono dove vollero, e solo rimase là, seduto sul trono regale per la consacrazione, con la sua Cricalica1, il gufo. Egli disse allora: Chi è ancora qui? Oh! perchè dunque oggi non mi si fa la consacrazione? — Udendo ciò, Cricalica gli rispose: Caro mio, alla tua consacrazione è stato fatto impedimento da cotesto corvo. Gli altri uccelli sono andati là dove hanno voluto, e qui soltanto è rimasto il corvo per qualche sua ragione. Però lèvati su presto perchè io ti rimeni a casa. — Come ebbe udito questo, il gufo, con turbamento dell’animo, così disse al corvo: O malvagio, quale offesa t’ho fatta io perchè tu avessi da impedire la mia consacrazione? Da oggi in poi vi sarà tale inimicizia fra noi che si perpetuerà anche nella nostra stirpe. Ora, è stato detto:
Quand’ebbe detto ciò, se n’andò a casa con la sua Cricalica. Il corvo allora, tutto turbato di paura, si mise a pensare: Oh! io mi son procacciato senza ragione una inimicizia! Perchè ho io parlato così? Perchè è stato detto:
E poi:
Qual saggio mai prender vorrà veleno
Di medico in pensar ch’è provveduto?
- ↑ Nome della moglie del gufo.