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libro secondo | 131 |
Così adunque si faccia. — Fatto così appunto, il cacciatore vide Citranga giacersi sulla sponda d’una palude presso la strada, e su Citranga starsi il corvo. Al vederla, tutto gioioso nell’animo, così pensò: Questa povera gazzella, restata con un fil di vita per il dolore dei lacci, pure avendoli infranti, venuta a gran stento fino a questa selva, qui è morta. Intanto, poichè la testuggine è in poter mio essendo legata molto strettamente, io mi piglierò anche questa. — Così avendo divisato, deposta al suolo la testuggine, si diede a correre verso la gazzella. In quel momento, Hiraniaca spezzò con la forza dei suoi denti simili a diamante le ritorte, onde Mantaraca, strascinandosi tra le erbe, si cacciò nella palude vicina. Citranga, prima che il cacciatore giungesse, balzando in piedi dal suolo, insieme al corvo fuggì via. Il cacciatore, tutto svergognato e conturbato, si voltò allora per guardare alla testuggine, ma anche la testuggine era sparita. Sedutosi allora a terra, borbottò questi versi:
D’un tratto la testuggne predata
Mi si perdè per cenno che ne festi.
Or io digiun vo errando per la selva
Lungi dai figli e dalla donna mia.
O sorte, ciò che ancor fatto non hai
(Pronti siamo a soffrir) fallo suvvia! —
Quand’ebbe più e più volte ripetuto queste parole, ritornò a casa sua. Allora, quando il cacciatore fu andato assai lontano, il corvo, la testuggine, la gazzella, il topo, tutti insieme, venuti in giubilo grandissimo, abbracciandosi l’un l’altro e pensandosi d’essere rinati, ritornati al loro stagno, con grande felicità passarono il tempo intrattenendosi insieme a far racconti eloquenti. Ora, ripensando a tutto cotesto, ogni persona saggia deve preoccuparsi degli amici, ma con gli amici non bisogna usar con mala fede. Perchè è stato detto:
Così è finito il secondo libro del Panciatantra, opera dell’inclito Visnusarma, che ha il titolo del modo di procacciarsi gli amici.