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libro secondo | 125 |
Meglio lungi restar dalla lordura
Che averla con sue mani a spazzar via.
Siva, che altro non ha che un vecchio bue,
Di tutti i numi è pur sempre il signore1.
A che dunque ti vai tu tanto affliggendo?
Così adunque pensando, o caro, devi appagarti del tuo stato. — Il corvo, come ebbe udito il discorso di Mantaraca, disse: O caro, ciò che Mantaraca ha detto, tu devi tenere a mente. Intanto, giustamente si suol dire:
Parlatore o uditor non si ritrova
Di spiacevoli cose, anche se urgenti.
Intanto ch’essi parlavano così fra loro, una gazzella di nome Citranga, spaventata dai cacciatori, capitò presso quello stagno. Vedendola venir tutta turbata, Lagupatanaca sali sopra un albero, Hiraniaca si cacciò in un canneto e Mantaraca si gettò nell’acqua; ma Lagupatanaca, quand’ebbe riconosciuto che quella era un gazzella, disse a Mantaraca: Vieni, vieni, amico Mantaraca! E una gazzella che, arsa dalla sete, è venuta allo stagno! È lei che gridava, non già alcun uomo. — Udendo cotesto, Mantaraca così
- ↑ Il dio Siva è dio molto liberale e donatore, e si contenta di un vecchio toro per cavalcatura.