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libro secondo | 103 |
parlare, passerò il mio tempo. Io qui non voglio stare a vedere lo sterminio degli uccelli coi lacciuoli. Ora, è stato detto:
E poi:
Solo in sua terra onore al re si presta,
Onorasi dovunque il sapïente. —
Hiraniaca disse: Se così è, verrò là con te ancor io, perchè qui a me pure è capitato un gran malanno. — Il corvo disse: Oh! che è mai cotesto tuo malanno? Parla! — Hiraniaca disse: Amico, molte cose ci sarebbero da dire per questo punto; ma, come saremo giunti là, ti racconterò tutto per disteso. — Disse il corvo: Ma io soglio andar per l’aria e tu cammini per terra; come dunque potrai tu venir con me? — E l’altro disse: Se pure c’è necessità di salvar la mia vita, tu, toltomi sulla schiena, menami a quel luogo, chè non c’è altro modo di andare per me. — Udendo questo, il corvo disse con gioia: Se così è, me felice se potrò con le passare il mio tempo! lo conosco gli otto modi del volare dei quali il primo sì e quello del volare insieme. Ora, è stato detto:
Montami adunque sulla schiena perchè io felicemente ti porti a quello stagno. Dopo ciò, Hiraniaca montò subito sulla schiena del corvo, il quale, toltolo con sè, partì adoperando il modo del volare insieme. Così, andando adagio adagio, venne con quello accostandosi allo stagno. Mantaraca intanto, quand’ebbe veduto di lontano Lagupatanaca cavalcato dal topo, pensando fra sè: Ecco ora quel bizzarro di corbaccio che sa tutti i tempi e tutti i luoghi! — , in gran fretta si cacciò sott’acqua. Ma Lagupatanaca, deposto Hiraniaca nella cavità d’un albero che stava sulla sponda, come fu volato sulla cima di un ramo di quello, ad alla voce incomincio a gridare: O Mantaraca! o Mantaraca! vieni, vieni! Io sono il corvo Lagupa-
- ↑ Cioè è partito prima.