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proemio | 3 |
lui; certamente egli te li renderà istruiti in breve. — Il re, avendo udito cotesto, chiamato a sè Visnusarma, gli disse: O gran savio, per farmi cosa grata, vuolsi che tu renda in breve questi miei garzoni tali, quanto alla scienza dell’utile, che non abbiano eguale alcuno, io poi ti farò avere cento rescritti in tuo favore. — Visnusarma, allora, così disse al re: O signore, si ascolti un mio detto verace, io non vendo la scienza mia nemmeno per cento rescritti; ma se io, in sei mesi, non te li renderò conoscitori della disciplina della vita, rinunzierò al mio nome. A che andar per le lunghe? S’ascolti questo mio grido leonino, io non parlo perchè sia bramoso di ricchezze. Essendo d’anni ottanta, alieno omai da ogni desiderio sensuale, non avrei alcun giovamento della ricchezza. Ma io, per appagar questo desiderio tuo, farò opera dilettevole di eloquenza. Scrivasi pertanto in questo giorno presente che se io, nello spazio di mesi sei, non renderò senza pari i tigli tuoi quanto alla dottrina della vita, Iddio non voglia mai più farmi vedere la via del cielo. — Il re allora, udendo ciò, con mente lieta avendogli affidati i figli suoi, ebbe grande consolazione; e Visnusarma, presili con sè, ritornato a casa, componendo cinque libri intorno alla scissione degli amici, all’acquisto degli amici, intorno alla guerra delle cornacchie e delle civette, intorno alla perdita degli averi acquistati, intorno alle opere inconsiderate, li fece leggere ai regi fanciulli; perchè essi, avendoli studiati, con gran conforto del re, in sei mesi si resero tali quali erano stati promessi. D’allora in poi questa dottrina della vita, detta dei cinque libri, andò attorno per la terra ad istruzione dei fanciulli. A che tante parole?
Nemmen dal maggior dio1 sventura al- Tocca chi sempre questo libro ascolta [cuna |
È questo il principio delle novelle.
- ↑ Indra re degli Dei.