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libro secondo 99

con te che fin da principio mi sei stato nemico, potrò io fare amicizia? Perchè è stato detto:


Con il nemico lega non si fa
Nemmen con arte meditata e salda,

Che l’acqua sempre, anche se molto calda,
L’ardor del fuoco spegno e spegnerà. —


Il corvo disse: Tu non mi hai ancora veduto in viso. Donde, perciò, l’inimicizia? Perchè dunque parli così a caso? — Hiraniaca disse: L’inimicizia è di due specie, innata e casuale, e tu sei nostro nemico innato. Perciò è stato detto:


Inimicizia
Accidentale
Tosto arte acconcia


A sopir vale.
Inimicizia
Connaturale


Non si torni
Se pria la vita
Alcun non dà. —


Il corvo disse: Oh! io vorrei udire i segni particolari di coleste due specie d’inimicizia! Dilli tu adunque. — Hiraniaca disse: La casuale si toglie via per qualche accidente; essa se ne va per qualche servizio fatto per ammenda; ma l’innata non se ne va in alcuna maniera. Essa è come quella che è tra l’icneumone e i serpenti, tra gli animali erbivori e quelli che sono armati d’artigli, tra il fuoco e l’acqua, tra gli Dei e i demoni, tra cani e gatti, tra ricchi e poveri, tra le mogli d’uno stesso marito, tra il cacciatore e la gazzella, tra i galantuomini e gli scapestrati, tra i sapienti e gli stolidi, tra le donne oneste e le sgualdrine, tra i buoni e i malvagi. Tra questi tutti è inimicizia eterna, e se alcuno in alcun modo non è stato tolto di mezzo dall’altro, essi però si amareggiano l’un l’altro la vita. — Il corvo disse: Ciò non è punto vero. Ascolta questa parola mia:


Amicizia o inimicizia
Non per nulla qui si fa;


Però il saggio lasci questa,
Sola curi l’amistà.


Perciò appunto tu devi far con me alleanza e patto d’amicizia. — Hiraniaca disse: Quale alleanza tra me e te? Ascoltisi la somma d’ogni regola del vivere:


Quei che amicizia
Rifar vorrà
Con un amico
Che si crucciò,


La morte avrà
Come la mula
Che ingravidò1.


Ma tu dirai: «Io son pieno di meriti, e però nessuno mi perseguiterà della sua inimicizia». Ora anche cotesto non è possibile. Perchè è stato detto:


A Pànini, scrittore di grammatica,
Un leon portò via la cara vita;

Un elefante al monaco Giaìmini,
Filosofo scrittor, l’alma ha rapita;


Pingala fu, dottor nell’arte metrica,
Da un pesce divorato in riva al mare;
Le fere bestie che han la mente torbida

D’error, del merto altrui che s’hanno a

[fare?2


  1. Antico costume indiano di uccidere le mule pregnanti.
  2. Panini, scrittore indiano e autore d’una grammatica indiana; Giaimini è autore d’un sistema filosofico che pretendeva di rappresentare tutta la dottrina vedica; Pingala è l’autor favoloso della dottrina metrica. La tradizione narra ch’egli fu un serpente demoniaco (De Gubernatis, Piccola Enciclopedia indiana).