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98 | novelle indiane di visnusarma |
nella sua fortezza, e Citragriva ritornò a casa sua con tutto il suo seguito. Intanto, giustamente si suol dire:
Intanto, il corvo Lagupatanaca, avendo vedulo la liberazione di Citragiva dai lacci meravigliandosi così andava pensando: Oh! sapïenza e destrezza e accortezza di cotesto Hiraniaca nell’ovviare alle cose difficili! Questo era appunto il modo da tenersi nel liberar dai lacci quegli uccelli! Io intanto per l’indole mia incostante, non posso fidarmi di nessuno. Mi farò adunque amico costui. Perchè è stato detto:
Attende il mar che spunti in ciel la luna,
Anche sa ha l’acque sue turgide e piene1. —
Così avendo divisato, volando giù dall’albero e accostandosi alla porta della tana, imitando la voce di Citragriva, incominciò a chiamare Hiraniaca: Vieni, vieni! O Hiraniaca, vieni! — Hiraniaca, udendo quella voce pensò: Che ci sia qui qualche altro colombo restato nei lacci che mi chiama? — E gridò: Oh! chi sei tu? E l’altro disse: Io sono un corvo di nome Lagupatanaca. — Ciò udendo, Hiraniaca, stando pur sempre dentro, rispose: O caro, vattene via subito di qui. — Il corvo disse: Io son venuto da te per un affare grave, perchè dunque non mi ti fai vedere? — Hiraniaca disse: Io non ho bisogno di venire a star con te. — E il corvo soggiunse: Avendo veduto in che modo tu hai sciolto Citragriva dai lacci, mi è nato in cuore un grande alletto per te. Però, se mai mi accadesse d’esser legato, da parte tua mi verrà la liberazione. Facciasi adunque amicizia con me. — Hiraniaca disse: Oh! tu sei colui che mangia, e io colui che vien mangiato! Quale amicizia adunque può essere tra me e te? Vattene! Come può esserci amicizia quando c’è contraddizione? Ed è stato detto:
E poi:
Perciò, vattene! — Il corvo disse: O Hiraniaca, io sto qui seduto alla tua porta. Se tu non fai amicizia con me, io morirò in tua presenza. Così io sarò morto di digiuno volontario2. — Hiraniaca disse: Oh! come mai