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libro secondo | 97 |
E poi:
Così avendo detto, incominciò a rodere i lacci di Citragriva. Citragriva allora disse: Non fare, non far così! Togli prima i lacci ai miei servitori, e poi a me. — Udendo ciò, Hiraniaca adirato disse: Oh! tu non hai detto bene! Il servitore sùbito dopo il padrone. — E l’altro disse: Non dir così, amico. Tutti questi poveri colombi sono sotto la mia protezione, venuti insieme da me dopo ch’ebbero abbandonato ogni altra cosa. Come adunque non renderò loro almeno questo poco d’onore? Perchè è stato detto:
Ove renda il padrone a’ servi suoi Debito onor, non l’abbandonan maiS’anche nella miseria il veggan poi. |
E poi:
Con questo, mentre tu rodi a me i lacci, ti si possono rompere i denti e può giungere intanto quello scellerato di uccellatore, e io allora sarò dannato all’inferno. Perchè è stato detto:
Il signor c’ha i suoi servi alla distretta
E pur sollazzo e buon tempo si dà. —
Udendo cotesto, Hiraniaca tutto contento rispose: Or sì ch’io vedo giustizia di re! Del resto, io così ho voluto metterti alla prova. Tu, con questa tua norma, avrai un sèguito di molti colombi. Perchè è stato detto:
Così avendo detto, quand’ebbe roso i lacci a ciascuno dei colombi, Hiraniaca disse a Citragriva: Torna adunque, amico, a casa tua. Come t’incolga qualche altra sventura, vieni da me. — Così avendoli accomiatati, entrò
- ↑ Cielo, terra e inferno.
Pizzi, Novelle Indiane di Vitnusarma. — 7. |