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96 | novelle indiane di visnusarma |
E poi:
Citragriva pertanto, venuto alla porta di quella tana inaccessibile, gridò ad alta voce: O amico Hiraniaca, accorri, accori! presto! Una gran disgrazia ra’è toccata! — Udendo ciò, Hiraniaca, standosi pur dentro alla sua tana sicura, rispose: Oh! chi sei tu? a che sei venuto? e che è cotesta sventura? Dilla, suvvia! — Citragriva, avendo inteso, disse: Io son l’amico tuo Citragiva, re dei colombi. Però vieni presto! Ho gran bisogno di te. — Udendo ciò, il topo tutto contento, coi peli arricciati per la gioia, con animo confidente, uscì fuori in gran fretta. Intanto, egregiamente si suol dire:
Sempre alle soglie vanno di que’ tali
Capi di casa ch’ènno liberali.
La ganza, la mogliera e un dolce amico,
Cose nuove sempre ad ogni giorno1.
E poi:
Ma Hiraniaca, come vide Citragriva preso ne’ lacci con tutto il suo sèguito, disse tutto turbato: Oh! che è questo? — E l’altro disse: In ben lo sai, e perchè me lo domandi? Perchè è stato detto:
Quando, per quanto tempo, alcun di noi
Si fe’ con l’opre sue lieto o meschino2.
Io ho avuto questi lacci per l’ingordigia della gola. Intanto, fa tu di sciogliermi; non indugiare. — Udendo ciò, Hiraniaca disse: Oh! quanto egregiamente si suol dire:
Vedon gli augelli a cento miglia l’esca, Non vedon già, per voler del destino,Il laccio che a quell’esca è posto accanto. |
E poi:
- ↑ Cioè sono sempre cose gradite come le cose nuove. Il betel si mastica consuetamente dagl’Indiani. Racconto baratide, cioè una storia dilettevole del Mahabharata.
- ↑ In una vita anteriore si procacciò la felicita o l’infelicità della presente.
- ↑ Il dragone Rahu che tenta ingoiar la luna e il sole. Così si intendono gli eclissi dagl’Indiani. Vedi il libro 1°.