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quello che se ne sa nel libriccino Vite de’ Santi della Diocesi di Trento.

Nel medesimo libretto scriveva similmente ciò che mi parve non soggetto a dubbio di san Romedio eremita nella Naunia. Qui, poichè la nostra gente fu fatta persuasa ch’egli fosse contemporaneo e amico di San Vigilio, prevedendo che, non parlandone in questo luogo, mi saria forse questa ommissione da taluno rimproverata, dirò quello che di questo Santo fu scritto dai Dotti rifiutando ciò che non ha verosimiglianza, e aggiungerò quel tanto che ha caratteri di verità. E prima faccio osservare che nè il Reschio scrittore bressanonese, nè il nostro Padre Bonelli, ambi pii, e creduli anzi che no, credettero di dovere prestar fede a tutto quello ch’è riferito nelle sue leggende (Leggenda vuol dire narrazione intorno la vita di un Santo). Essi confessarono che vi si legge molto d’incredibile. Il Reschio poi dubita che Romedio sia vissuto ai tempi di san Vigilio, perchè nè egli san Vigilio, nè i posteriori Scrittori dal quinto fin al decimo secolo fanno di esso menzione, e perchè il detto nella leggenda che Romedio fece dono a san Vigilio di suoi fondi e servi, non prova nulla, giacchè è cosa nota che la formola, od espressione: donare ad un Santo: significa: donare alla Chiesa che ha nome da quel Santo. Il dotto critico Girolamo Tartarotti da noi lodato, non potè credere nemmen egli che san Romedio sia stato contemporaneo a san Vigilio; e tanto scrisse a cercare di persuadere che le sue leggende non meritano fede che, volendo far conto del suo dire, bisognerebbe disperar di sapere di questo Santo alcun che