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Sembra al barone Cresseri che la inscrizione a Faustina moglie di Marco Aurelio, qui conservata, siasi esposta agli occhi del pubblico quando l’acciecato buon uomo ordinò che quella dissoluta femmina fosse onorata qual Dea!

Una religione la quale non domanda che esterne cerimonie e pubbliche feste, e nulla dice di culto interno e di morale, una religione che onora quali Dei i viziosi, e tal era la romana per rispetto a molte sue divinità, è religione, che non solo non fa gli uomini migliori, ma suscita e fomenta in essi le ree passioni. Non facciamo dunque parola de' costumi de' nostri antichi di quella religione professatori: erano costumi d'idolatri: un poco di bene comandato dal decoro, dalle convenienze sociali, dall'interesse; dai naturali sentimenti di onestà, da alcune buone leggi, ed un poco, anzi molto, di male da altre leggi, e dalla religione medesima ordinato, o permesso.

Alcuni filosofi tentarono di supplire i difetti della religione insegnando la Morale, che vuol dire prescrivendo regole di lodevole, saggia, e buona condotta. Ma qual Morale fu quella? Le scuole degli Stoici e degli Epicurei, l'una insegnando che per vivere tranquillo e felice bisogna non curarsi di nulla, e l'altra godere di tutto, rendevano l'uomo egoista insensibile non d'altro occupato che di sé. Di Dio, e di vita futura nè pur un pensiero, neppur una parola. Se qualcuno; come Cicerone, e dopo lui Marco Aurelio, dava alcuni buoni precetti utili a chi li pratica, e all'universale, pochissimi erano quelli che sapessero e potessero leggere ed intendere i loro scritti, e que'