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venivano a fare gli ordinamenti per la guerra, il luogo d'onde partivano per que' castelli e, più in fuori fino in Germania le armate, il luogo dal quale si spedivano ordini, viveri, ed armi, la città se non unica, almeno certo primaria e principale della Rezia di qua della somma Alpe. Non si può quindi mettere in dubbio che i confini del Trentino in que' tempi non si estendessero appunto fin là, fino alla gran catena degli alti gioghi che l'Italia dalla Germania geograficamente dividono.

Conviene tuttavia notare che, poiché la Germania e la Rezia settentrionale furono sempre insofferenti di giogo, inquiete, e tumultuanti, di che sono prove le rivolte e le invasioni di cui sopra si parlò, i Romani non ebbero mai in quelle regioni stabile, sicuro, e tranquillo dominio, chè anzi fu loro sempre contrastato fino alla totale distruzione del loro impero da' Germani e da altre genti ad essi commiste con orrende stragi operata. Onde forza è conchiudere che l'influenza da Trento esercitata sulla Rezia di là di Serarium e di Teriolis era influenza puramente militare e questa ancor temporaria. Là fuori, se n'eccettuate i nomi di stazione sulle vie, e forse alcune lapidi scritte, poco o nulla rimase di romano; e della stessa lingua, che divenne comune in Spagna e nelle Gallie, non altro vi si adottò che ben poche parole. Parlo della Rezia verso settentrione, e non dell'occidentale, dove i Grigioni restarono per lingua romani. Dobbiamo dir dunque e tenere per vero sol questo, che il Trentino come provincia, val dire come corpo civile, politico, amministrativo, si estese fino a