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più, amanti della loro patria e del vero, dopo avere con diligenza raccolte le più accertate ed importanti notizie intorno a ciò che può tornar utile sapere, si daranno la pena di restringer quelle notizie in un compendio scritto con proporzione e misura, nè troppo breve in alcune cose, nè troppo diffuso in altre, usando vocaboli bensì proprii ma comuni, astenendosi dalle figure come dalle frasi che per essere intese richieggono in chi legge coltura, e spiegando certe voci ed espressioni delle quali non potrassi fare a meno di non valersi talvolta.

Il popolo per la sua condizione che non offre mezzi per coltivarsi è ignorante, ignoranti sono i giovanetti negli anni primi di studio, sono tutti quali erano in età giovanile coloro che per lungo studiare si fecero dotti e scienziati. Chi vuol essere bene compreso dalla gioventù, e da quelli che diciam popolo, cioè da tutti i non letterati, dee pensare agli anni dell’ignoranza sua propria, ed adattarsi alla condizione di quelli che vuole istruire, al grado di sviluppo del loro intendimento, alla cognizione che aver possono della lingua, senza però avvilirsi usando voci e maniere di dire triviali. Un libro dettato con queste avvertenze, specialmente se istorico, troverà certamente lettori fra ogni classe di persone, tra villici ed artigiani, fra la studente curiosa gioventù, e tra gli stessi dotti amanti della semplicità, e della naturalezza che non affaticano la mente.

Io mi sono studiato con tutto lo sforzo del mio