Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
59 |
Legati. Caracalla profligava i novelli invasori la seconda volta. Sotto Gallieno, ormai non contenti delle provincie, scendevano a dirittura a disertare tutta la superiore Italia. Reduci ricchi d'immensa preda, ricalavansi poco dopo, e al Benaco erano frenati e sconfitti da Claudio secondo. Ma tornando bentosto più furibondi, tutto depredavano fino al Po, dove in tre battaglie li disfece Aureliano. Brillava per l'Italia un raggio di speranza sotto il valorosissimo Probo, e questi, non pur d'Italia, ma snidavali dalle Rezie, ch'egli afforzava di nuove opere contro gli assalti loro. Ripigliavano il vecchio costume sotto Costanzo, e frenavanli i suoi Comiti. Ma insuperabile ebbe a riuscire la loro piena sotto Valentiniano e Valente, e si dovette per quasi un decennio lasciar loro scorrere a piacere e disertar le provincie, finché non riuscì disfarli a Teodosio. Sperimentato come gl'Itali si potessero vincere anche in casa loro, fecero un passo più innanzi, e posero a dirittura fermo piè di qua del Danubio, inondando, e tenendo le Rezie come luogo di asilo e riscossa. Notisi che il Frapporti per Rezie intende la Vindelicia, e il paese montano di là del Brennero.
Chi vorrà di tali invasioni far un computo, si assicurerà che elle sommano al numero di nove, e veduto come tutte o immediatamente, o mediatamente colpirono il Trentino, sarà mosso a deplorare la sventura de' nostri antichi padri a' quali toccò di ricevere così spesso le visite e soffrire le rapine di que' Barbari.
Il Trentino era, secondo che già osservammo,