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come le Retiche erano le più popolose, e la resistenza che gli abitanti opposero agl’invasori fu da questa parte la più vigorosa, questa si disse la guerra retica.

Druso venuto nel Trentino combattè prima presso Trento, o come scrive Dione presso le alpi trentine, che sono le montagne prossime alla città, contro ai Rezii che verso lui venivano, e dopo lunga pugna li mise in fuga. Poco dopo tornati essendo i Rezii all’attacco, fece egli nuova irruzione, e venne a battaglia in più luoghi, principalmente ne’ contorni dove furono poi le città di Bolgiano e Merano, contro gl’Isarci, i Venosti, i Passeriati, e forse contro i Brissenti, se però questi erano gli abitatori de’ monti intorno a Brixen.

Un ponte che portò il suo nome, Pons Drusi, eretto o sull’Isarco, o come più probabile sembrò al Conte Giovanelli, sull’Adige presso al forte castello Formicario, è, come anche lo accenna la natura de’ luoghi, prova certa che in que’ dintorni si combattè. Fin dove si avanzasse egli dopo le vittorie ivi riportate, dove s’incontrasse col fratello Tiberio, che veniva dalla sottomessa Vindelicia, a compiere insieme la conquista di tutta la Rezia, gli Scrittori nol dicono.

Quello in che tutti si accordano è che queste libere genti opposero agli assalitori ostinata resistenza. Difendevansi disperatamente ne’ loro forti castelli posti sopra alte rupi, de’ quali non pochi furono poi da’ vincitori demoliti. Finalmente convenne loro cedere dappertutto all’arte e alla forza prevalente de’ Romani al vincere assuefatti. E quello che toccò ai Rezii più di ogni altra cosa doloroso fu il dover pian-