Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
40 |
giosodai potenti e colti Etrusci, così anch'essi i Trentini impararono dai medesimi Etrusci molto di arti, di lettere, e di teorica e pratica religione. E siccome gli Etrusci vennero a stabilirsi nelle nostre valli assai per tempo in buon numero, e dopo ne sopraggiunsero altri, e insieme prevalsero in tutto sopra li Rezii originarii da loro sottomessi, dubitar molto dobbiamo della piena verità di ciò che affermava Tito Livio, avere cioè gli Etrusci nella Rezia dimenticato tutto quello che prima avevano di etrusco, e fin quasi la stessa lingua. Ammettiamo pure, come già osservava, che gli Etrusci in queste alpi, dopo che furono disgiunti per circa quattro secoli da quelli di là di Po per l’intromissione de' Galli, più non potendo partecipare alla maggiore crescente civiltà di quelli, e dovendo accomunarsi; affratellarsi con li Rezii della prima razza, e coi Galli, molto abbiano perduto dell'antico, e divenuti sieno rozzi alla foggia de' montanari, tutto questo è credibile. Ma che nulla essi abbiano ritenuto dell'antico, ciò non sta coll'ordine naturale, ciò non si può credere. Ci autorizza a non prendere a rigore quella sua asserzione Livio egli stesso. Ei ne assicura che al tempo suo parlavasi nella Rezia la lingua degli Etrusci; corrotta sì e dissomigliante da quella che parlavano gli Etrusci di oltre Po, ma però lingua etrusca. Ciò basta; imperocchè se i Rezii etrusci parlavano ancora al tempo di lui e di Augusto la loro antica lingua; è al tutto impossibile ch'essi non abbiano ritenuto anche molto di quello che conoscevano, e praticavano, e col medesimo linguaggio esprimevano allorché vennero nella Rezia.