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minciaronoi Trentini, in spezie quelli delle valli più favorite dalla natura, ad applicarsi alla coltura de' campi e de' vigneti. Scrittori antichi fanno menzione di un aratro singolare ideato ed usato dai Rezii. Virgilio, Plinio, e Columella prodigano lodi ai vini della Rezia prossima al veronese, dunque ai vini del Trentino, mettendoli al paro ed anche al di sopra de’ migliori d’Italia. Non credo che i Rezii primitivi sapessero coltivare la vite; anzi consta che i Celti non ne coltivavano. Più probabile è perciò che tanto la pianta quanto la sua coltivazione sia venuta dagli Etrusci. E se così fu, bisogna credere, sebben Livio asserisca ch'essi nella Rezia nulla ritennero dell'antico, che almeno la maniera di fare il vino abbianla conservata.
Delle costumanze, e della religione de' Trentini vale per li primi tempi quello che si legge de' prischi popoli, e spezialmente de' Celti. Furono pastori, e cacciatori; ebbero molta attitudine alla guerra; grande in loro era l'amore di patria; amavano le loro donne; ma volevano essere da loro serviti. In punto di religione, sebben prestassero una specie di culto al Sole, e alla Luna, forse come a vicarii della Divinità, riconoscevano il Dio vero e solo, e credevano le anime nostre immortali, e meritevoli di premii e di pene in un'altra vita secondo le azioni, ch'ei tenevano buone o cattive, in questa praticate.
Quanto ai posteriori tempi, quando il paese trovavasi popolato in gran parte da Etrusci che vi signoreggiavano, dobbiamo fermamente credere che, come i Romani a detta de' loro Istorici appresero le arti, le lettere, le norme onde regolare la città e 'l culto reli-