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ingiuste, e non piuttosto fatte per gastigare chi aveva loro primo nociuto? Queste accuse furono date ai Rezii da scrittori a’ quali giovava adulare i Romani. Questi, come si vedrà, trovarono nella Rezia forte e ostinata opposizione al loro spirito di conquista e di rapina; e gli scrittori attribuirono alla retica nazione delitti che non commise, e delitto chiamarono fin il difendersi dagli invasori. Questo scrivere calunnie contro gli oppressi è vizio comune agli scrittori partitanti e venduti; ma sciocco chi loro crede!
La Rezia, come insegna Plinio, e confermano altri che ci mostrano i Rezii divisi in molte tribù con proprii differenti nomi, formava una confederazione (un’alleanza) di stati quanto all’amministrazione interna di ciascuno d’essi indipendenti; confederazione che durò anche dopo la venuta degli Etrusci, i quali in ciò non differivano punto dai Celti, nè da alcun’altra nazione antica, avendo essi pure, divisi com’erano in tribù, i loro capi elettivi denominati Lucumoni. Que’ capi, essendo eletti dal popolo, non avevano autorità di sovrani, ma erano vincolati dai patti tra gli elettori ed essi convenuti, e sopratutto dalle consuetudini antiche le quali erano leggi presso loro inviolabili. Tal era la pratica di tutti gli antichi popoli. I Trentini dunque, non altrimenti che gli altri Rezii, tanto prima che dopo l’arrivo degli Etrusci, governaronsi a repubblica, cioè ubbidivano alle vecchie consuetudini, e ai nuovi provvedimenti dettati dal bisogno o dalla convenienza, e seguivano capi eletti a loro scelta liberamente.
Dopo che si furono qua stabiliti gli Etrusci inco-