Pagina:Le Istorie Trentine in compendio ristrette 1847.djvu/30

30

desimi scosso quel giogo, e siensi rimessi nell’indipendenza, o sieno stati insieme agli Etrusci assoggettati da qualche popolo ad essi confinante, forse da’ Taurisci, e forse dalli Boi. Quello ch’è certo è che dove si conservò l’italica lingua ivi si mantennero stabilmente gli Etrusci; e questo è quello che dirsi dee segnatamente del Trentino, dove, come subito dirò, altri ne giunsero una seconda volta. Della lingua tedesca introdotta di qua dell’alpe diremo altrove.

I Galli che, siccome accennammo, emigrarono più volte per varii paesi, venuti anche in Italia, ebbero quivi cogli Etrusci aspre e lunghe guerre, che al dire di Livio durarono quasi non mai interrotte per ben dugento anni; e i luoghi de’ combattimenti furono, dic’egli tra le Alpi e l’Appennino, cioè nel gran tratto che fu poi detto Gallia Cisalpina, e più tardi Lombardia. Finalmente un nuovo esercito di quella gente bellicosa (guerresca) vinse gli Etrusci ch’erano di qua di Po, e li costrinse ad abbandonare que’ luoghi e cercarsi ricovero in altre terre. Molti di questi condotti da un capitano che fu detto Reto vennero nelle alpi retiche dov’erano i loro connazionali e fratelli. Questo fatto è riferito da Livio quanto alla cacciata degli Etrusci, e quanto a questa cacciata, e all’arrivo de’ Tusci nella Rezia, da Giustino. Ed io non posso non meravigliarmi che i nostri Scrittori non abbiano mai notate le due venute degli Etrusci nella Rezia in due epoche l’una dall’altra lontana di alcuni secoli! e che siasi invece dei due racconti di Livio e di Giustino composto un cotale pasticcio che nella nostra Istoria mise e perpetuò nuova confusione. Vediamo noi