non si furono grandemente moltiplicate, bisogno o stimolo alcuno di abbandonare que’ paesi per venire in Italia, spezialmente, se, come suppongono, conoscevano già il vivere civile ed avevano coltura. La Grecia, la Spagna sono due bellissime penisole fornite da natura di tutti i vantaggi che offre la pur bellissima Italia. Per lasciare i comodi goduti in quelle, e venire a cercarne con istento d'incerti in questa, non si può immaginare alcuna ragione, se non l'eccesso di popolazione, che non è facile a provarsi avvenuto in breve tempo; quando non si voglia tenere per vero quello che le favole greche raccontano, cioè che in Grecia si facean gli uomini con le pietre gettate dietro le spalle, come fecero que' due bravi conjugi Deucalione e Pirra! Tutt'altro si dee dire di quelle genti che, essendosi sparse verso il Settentrione dell'Asia, si videro necessitate dall'orridezza del clima parte a far ritorno, e parte a piegarsi verso l'Europa. Queste poterono, e come sopra dicevamo, essendo dedite alla pastorizia, dovettero avanzarsi sempre più verso il Mezzodì. Nè la lunghezza o la difficoltà del viaggio li tratteneva, chè rivi, fiumi, e montagne sono quello che cerano i pastori. Nel breve corso di pochi anni, nessuno essendovi che a que' primi lo impedisse, poterono molte famiglie, o bande, salendo su per le valli, e poi scendendo per l'opposta ripa, lungo i grandi fiumi, e valicando erbose montagne, giungere da varie parti al gran cerchio delle somme Alpi che in sé racchiude l'Italia, e per le molte valli formate da' fiumi sul suo versante scendere chi qua chi là sulle feconde sue pendici e pianure. Se a sostegno di