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LIBRO DECIMONONO | 245 |
di Seleucia1, a guisa di serpenti che al tepor[An. dell’E.V. 359] della primavera si traggon fuori delle lor tane, lasciando le proprie stanze dirupate ed impraticabili, ed unitisi in numerose bande, travagliavan con furti e ladroneggi i vicini: sorprendevano le stazioni de’ nostri soldati, e come pratici e costumati a vivere sulle montagne, scorrevano facilmente per le rupi e pei greppi. Contro costoro adunque fu inviato Lauricio con dignità di conte: uomo di civile prudenza, il quale con minacce piuttosto che con acerbi fatti ridusse ogni cosa al dovere; per modo che nella lunga sua amministrazione di quella provincia non accadde nessuna cosa che meriti di essere riferita.
fine del libro decimonono
- ↑ Lib. xiv, cap. 28.