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4 AMMIANO MARCELLINO

[An.dell’E.V. 353]lor voglia, per paura de’ mali sempre imminenti. E così qualche volta avveniva che tutto quello che il marito aveva susurrato all’orecchio segretamente e senza testimoni alla moglie, il Principe lo risapeva nel giorno seguente, come se un Anfiarao od un Marcio, indovini già tempo chiarissimi, l’avessero rivelato: il perchè s’aveva paura per sino dei muri, soli consapevoli degli arcani del cuore. Il quale ostinato proposito d’investigare siffatti segreti, cresceva di giorno in giorno, dandovi esca la Regina; la quale sconsideratamente traeva in precipizio la fortuna del marito, mentre piuttosto con piacevolezza femminile avrebbe dovuto ridurlo alla via della clemenza e della verità, persuadendogli cose utili e oneste: siccome negli atti de’ Gordiani dicemmo aver fatto la moglie di Massimino, crudelissimo imperatore1. Finalmente poi Gallo stesso ebbe ardire di commettere con nuovo e pernicioso esempio ciò che, per quanto si dice, anche Galieno aveva altre volte tentato in Roma con sua grande vergogna; e questo fu, che pigliando seco alquanti segretamente armati, andava la notte per gli alberghi e per le strade domandando in linguaggio greco (il quale egli favellava ottimamente) che cosa ciascuno pensasse di Cesare; e questo faceva con gran fidanza nella città stessa, dove il chiarore de’ lumi accesi tutta la notte, uguagliava la luce del giorno. Ma essendo conosciuto più volte, e vedendo che non potrebbe più uscire senza essere scoperto, cominciò a non lasciarsi vedere se non di giorno, e per compiere quelle cose

  1. Ammiano cita qui una parte della sua opera a noi non pervenuta. Alcune medaglie inducono a credere che la moglie di Massimino si nominasse Diva Paullina.