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198 AMMIANO MARCELLINO

nascosto in un segreto recesso. Il quale essendo menato dinanzi al nostro condottiero,[An. dell’E.V. 359] e variamente parlando per la paura, fece nascer sospetto di sè; ma vinto poscia dalle minacce che gli erano fatte palesò sinceramente ogni cosa: nato nelle Gallie in Parigi, aver militato nella cavalleria: poi temendo il castigo di un delitto in cui era caduto, esser passato siccome fuggiasco presso i Persiani: quivi aver presa in moglie una donna di lodati costumi ed avutane figliuolanza: mandato parecchie volte fra noi come esploratore, aver riportate veraci notizie ai nemici: ed anche allora, spedito a tal fine da Tamsapore e da Noodare condottieri d’alcune bande di predatori, tornarsene ad essi per informarli di quello che aveva potuto scoprire. Dopo di che avendo anche manifestato quel che facevasi presso i nemici, fu ucciso. Laonde facendosi ognora più grave la nostra condizione, intanto che ne avevamo ancor tempo, a gran fretta ci portammo in Amida1, città che divenne poi celebre per le sciagure alle quali soggiacque. Dove essendo tornati anche i nostri esploratori trovammo nell’interno d’una vagina una pergamena scritta con cifre, la quale ci era inviata da quel Procopio ch’io dissi già prima essere stato spedito come ambasciadore nella Persia in compagnia del conte Lucilliano2. Egli pertanto, studiosamente oscuro, affinchè se gli apportatori fossero presi e si comprendesse il significato di quelle scritture, non ne nascesse qualche sinistro, così ci diceva: Rimosși di gran tratto gli ambasciadori dei Greci, destinati fors’anco alla mor-

  1. Diarbekr. Di questa città e delle sue sciagure parlasi in questo libro al cap. 9 e nel lib. xix, cap. 1.
  2. Lib. xvii, cap. 14.