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CAPITOLO X.


LA RELIGIONE.

Politica ecclesiastica de’ granduchi ligia a Roma. — Scelta dello stato monastico, lusso di alcuni ecclesiastici e misticismo di altri, corruzione ed eresie ne’ conventi di monache, cavalieresse e cavalieri di Santo Stefano. — Prediche burlesche e prediche serie. — Oltraggi a sacerdoti, pellegrini galanti, ospizi per i pellegrini poveri, processioni e prefiche. — Superstizioni, sacrilegi e streghe. — Mali trattamenti agli Ebrei e loro condizione.

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Il 5 marzo 1570 il conte Prospero d’Arco, ambasciatore cesareo, presentò — prima dell’incoronazione di Cosimo — una protesta, nella quale, tra le altre cose, era detto, che Sua Beatitudine, conferendo il titolo di granduca al Medici, pregiudicava al diritto di sovranità che l’imperatore aveva in Toscana. Ma tal diritto era semplicemente nominale, e datava soltanto dal lodo di Carlo Y. E^onostante quella protesta, ebbe luogo la solenne funzione nella cappella detta di Giulio, alla presenza de’ cardinali, della Corte e di tutti i feudatari dello Stato Romano; e quel principe prediletto dalla Chiesa, le promise e giurò ubbidienza e devozione. Così la Casa de’ Medici, che doveva principalmente la sua