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LAVDA .XLIIJ. 61

     gli occhi già non cessano de plorare;52
     la Penitenza col suo comitato
     entra nel cuore ad habitare;
     la Confessione sì ha parlato,
     ma en nulla guisa pò Dio satisfare.56
Cha l’Om per sé hauea facto lo tomo,
     per sé deueua far releuamento;
     per nulla guisa non trouaua el como,
     uenneglie de sé diffidamento;60
     l’angel non tenea d’aiutar l’Omo
     & non potea con tutto el suo conuento;
     Dio potea ben refar lo domo,
     ma non era tenuto per stromento.64
La Penetenza manda Oratione
     che dica a corte quel che è scontrato,
     com’ella sede en gran confusione,
     ché del satisfar troppo è l’Om priuato:68
     Misericordia peto & non Ragione
     & io la uoglio lei per aduocato;
     de lacrime gli faccio offertione
     del cor contrito et molto amaricato.72
La Misericordia entra en corte
     & la sua ragione sì ha allegato:
     mesere, io me lamento de mia sorte
     che la Iustitia sì me n’à priuato;76
     se l’Om peccò & fece cose torte,
     lo mio officio non c’è adoperato;
     me co l’Homo à ferito a morte
     de tutto mio honor sì m’à spogliato.80
Iustitia s’appresenta nante l Rege,
     a la questione fa responsura:
     mesere, a l’Hom fo posto la lege,
     uolsela sprezare per sua fallura;84
     la pena gli fo data & non se tege
     secondo la offensanza la penura;
     cerca lo iudicio & correge
     se nulla cosa è facta fuor mesura.88
Meser, non me lamento del iudicio
     ch’ello non sia facto con ragione;
     lamentome ch’io non ci agio officio,
     staragioce per zifra a la magione;92
     so demorata teco ab initio
     giamai non sentìe confusione;
     del mio dolor ueder ne poi lo ndicio
     quanto so amaricata & ho cagione.96