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48 JACOPONE DA TODI

     fassene poi cancione       de la sua gran pazìa;72
     grande è la frenesìa       non metterse a uederse
     ad que fin degon uenire       tutte suoi operate.


Exhortatione a l’anima propria che, considerata la sua nobilità, non tardi la uia a l’amor divino.          .xxxv.


     O Anima mia, creata gentile,
     non te far uile       enchinar tuo coragio,
     ch’en gran baronagio       è posto el tuo stato.
Se hom poueretto gioietta de dona,4
     la mente sta prona       a darli el tuo core;
     con gran disìo de lui se ragiona,
     con uile zona       te lega d’amore.
     el gran Signore       da te è pelegrino,8
     fact’à l camino       per te molto amaro;
     o core auaro,       starai più endurato?
Se Re de Francia hauesse figliola
     & ella sola       en sua redetate,12
     girìa adornata de bianca stola,
     sua fama uola       en omne contrate.
     s’ella en uiltate       entendesse, en malsano,
     & désseise en mano       a sé possedere,16
     que porrìa hom dire       de questo tractato?
Più uile cosa è quello ch’ai facto:
     darte ntransacto       al mondo fallente;
     lo corpo per seruo te fo dato acto,20
     ha’ l facto matto       per te dolente.
     signor negligente       fa seruo regnare
     & sé dominare       en rea signorìa;
     hai presa uia       cha questo c’è entrato.24
Lo tuo contato en quinto è partito:
     ueder, gusto, udito,       odorato & tacto;
     al corpo non basta che l tuo uestito
     lo mondo à dimplito       tutto ad à facto.28
     ponam questo acto:       ueder bella cosa;
     l’udir non ha posa,       né l’occhio pasciuto
     en quarto frauduto       qual uoi te sia dato.
El mondo non basta a l’occhio vedere,32
     che possa empire       la sua smesuranza;
     se mille i ne mostri, faralo enfamire,
     tant’è l sitire       de sua desianza.
     lor delectanza       sottracta en tormento36