Pagina:Laude (Roma 1910).djvu/66

44 JACOPONE DA TODI

Como la curiosa scientia & l’ambitione sono destructiue de la purità.          .xxxi.


     TAle qual’è, tal’è;       non c’è religione.
Mal uedemmo Parisci       ch’àne destructo Ascisi;
     con la lor lectorìa       messo l’ò en mala uia.
Chi sente lectorìa,       uada en forestarìa;4
     gli altri en refectorio       a le foglie coll’olio.
Esuoglierà el lectore       seruito emperatore;
     enfermerà el cocinere       et nol uorrà om uedere.
Adunansi a capitoli       a far li molti articoli;8
     el primo dicitore       è l primo rompetore.
Vedete el grand’amore       che l’un a l’altro ha en core!
     guardal co el mulecto       per dargli el calcio en pecto.
Se non gli dài la uoce,       porratte ne la croce;12
     porratte poi l’ensidie       che moia a Renderenie.
Totto l dì sto a cianciare,       co le donne a beffare;
     se l fratecel gli aguata,       è mandato a la malta.
Se è figlio de calzolaio,       o de uile mercenaio,16
     menerà tal grossore       co figlio d’emperadore.


Como è da guardarse da lupi che uengono sotto uesta de pecora.          .xxxij.


     O Anema fedele       che te uoli saluare,
     guardate dagli lupi       che te uon per morsecare.
O anema fedele       che uol saluatione,
     guardate dal lupo       che uien como ladrone;4
     mostrandotese amico,       sì uiene a tua magione,
     facendo suo sermone,       ché te crede engannare.
Lo Signor te lo merìte       ché me dài tal conseglio!
     parme me die aiuto       de trarme de sto empiglio;8
     tanto m’ò assediata,       che m’ò messo en esiglio;
     quando bene assimiglio,       non saccio oue campare.
Lo Signor te n’amaestra       che tu degge cauere
     dal lupo che da fuore       co pieco uol uenere;12
     uenendo a tua magione,       non se lassa uedere;
     poi briga de mordere       & la grege dissipare.
Se te uolesse dire       quel ch’io agio sentito,
     farìa marauigliare       colui che non l’à udito;16
     tal uiene como medico       che sia bene assendito;
     da poi ch’è discoprito,       briga d’atossecare.