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LAVDA .V. | 11 |
per la bocca reiectase tutta la nfermetade;
riman l’huom en sanetade, dal uitio purgato.
Lo satisfare pareme iustitia en suo acto;
fructificata morte fece l’arbor desfacto,44
fructificata gratia sì fa l’arbor refacto,
ciascun senso fa pacto de uiuere regolato.
L’audito entra en scola a mprendere sapienza,
lo uiso getta lacreme per la grauosa offenza,48
lo gusto entra en regola en ordinata astinenza,
l’odor fa penetenza, nenfermarìa s’è dato.
Et lo tacto puniscese degli suoi delectamente,
li panni molli spogliasi, uestese panni pognente,52
de castetate adornase guardata en argomente
et far de sé presente a Dio molto è grato.
De cinque sentimenti. .v.
CInque sensi mess’on pegno ciascun d’esser el più breue;
la lor delectanza leue ciascun briga breuiare.
Emprima parla l’audito: i’ ò l pegno guadagnato;
lo sonar ch’aio audito dal mi organo è fugato;4
en un ponto fo l toccato & nulla cosa n’à tenere;
però ue douerìa piacere la sententia a me dare.
Lo uiso dice: non currite, ch’i’ ho uenta la sentenza;
le forme & color che uide, chiusi li occhi & fui en perdenza;8
or uedete l’armagnenza co fo breue abreuiata!
la sentenza a me sia data non me par da dubitare.
Lo gusto sì dà l libello demostrando sua ragione:
la mia breuetà passa, questo non è questione;12
a l’entrar de la magione doi deta fo l passaio
et lo delectar que n’aio che passò co somniare.
L’odorato sì demostra lo breue delectamento:
d’oltra mar uenner le cose per hauer mio piacemento,16
spese grande con tormento ce uedete che fuor facte;
qual me ne remaser parte uoi lo potete iudicare!
Lo tacto luxurioso ce uergogna d’apparire,
lo delecto puteglioso lo uergogna proferire,20
or uedete l uil piacere quegno prezo ci à lassato!
un fetor exterminato ch’è uergogna mentouare.
Non fia breue lo penare3 ch’à sì breue delectanza;
longo sirìa a proferire lo penar esmesuranza;24
homo, uedi questa usanza ch’è un ioco di guirmenella;
posta ci ài l’anima bella per un tracto che uoi fare.