scorsa m’è la regoma per lo freddo ch’ò sentito;
el tempo non è fugito, lassame ancor posare!
Et ó staisti a mprendere tu questa medicina?
per la tua negligenza dotte una disciplina;52
si più fauelli, tollote a pranzo la cocina;
ché questa tua malina penso de medecare.
Or ecco pranzo ornato de delectoso pane,
nero, azemo & duro che nol rosecara l cane!56
non lo posso enghiuttire, sì reo sapor me sane!
altro cibo me dane, se me uoli sostentare.
Per lo parlar ch’ài facto, tu lassarai el uino;
né a pranzo né a cena non mangerai cocino;60
se più fauelli, aspectate un graue disciplino;
questo prometto almino non te porrà mucciare.
Recordo d’una femena ch’era bianca, uermiglia,
uestita, ornata, morbeda, ch’era una marauiglia;64
le sue belle fateze lo pensier m’asutiglia;
molto sì me simiglia de potergli parlare.
Or attende l premio de questo ch’ài pensato;
lo mantello artollote per tutto sto uernato;68
le calzamenta lassale per lo folle cuitato;
et un disciplinato fin a lo scorticare.
L’acqua che beuo noceme, caggio netropesìa;
lo uino, prego, rendeme per la tua cortesìa!72
se tu sano conserueme, girò ritto per uia;
se caggio nenfermarìa, opo me t’è guardare.
Poi che l’acqua nocete a la tua enfermetade
et lo uino noceme a la mia castitade,76
lassa lo uino2 & l’acqua per la nostra sanetade;
sostien necessitate per nostra uita seruare.
Prego che non m’occide! nulla cosa demanno;
en uerità promettote de non gir mormoranno;80
lo entenzare ueiome che me retorna en danno;
che non caggia nel banno uogliomene guardare.
Se te uorrai guardare da omne offendemento,
sirocte tracta a dare lo tuo sostentamento;84
& uorrome guardare dal tuo encrescemento;
sirà delectamento nostra uita saluare.
Or uedete l prelio ch’à l’omo nel suo stato!
tante son l’altre prelia, nulla cosa ho toccato;88
che non faccian fastidio, aggiol’abbreuiato;
finisco sto tractato en questo loco lassare.