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LESSICO 283

perdonatione    perdono 57, 20.

perdono    ‘non me p.’ non mi risparmio 65, 142.

perfece    perfezionò 70, 2.

perfine a    fino a 3, 45; cf. perfine a tanto nel Laud. Orvietano, c. 21b.

perim    periamo 51, 46; v. n. 88.

perire    ‘l’anime perire da Cristo’ dannare 8, 5; e v. nel Voc. gli esempj di ‘perire’ dannarsi eternamente; uccidere 7, 46; deperire: perita 1, 23.

periscerai    perirai 62, 46; v. n. 90.

perlongare    prolungare 58, 75; v. n. 102 e cf. sperlongare allontanare in Buccio di Ranallo e sperlungà prolungare in Finamore.

perpetuale    perpetuo 102, 18; v. n. 99α.

perpetuo    per sempre 55, 7.

perseveranno    ‘l’uno ha nome p.’ perseveranza 89, 41; v. nn. 65 e 98.

perseuerare    trans., continuare: perseueri 16, 37; ‘si è ’n bon perseverare’ se bene perseveri 16, 47.

perseueratione    perseveranza 34, 50; v. n. 99ζ.

Persi    Persiani 59, 14.

persona    ‘móstroglie lieta p.’ lieto volto 29, 24; alcuno 14, 34.

perta    aperta 64, 25.

pertuso    pertugio 55, 44; v. n. 41 e cf. l’abruzzese pertosa occhiello in Finamore.

peruta    perita 16, 26; v. n. 96.

pesanza    sofferenza,

dolore 98, 24; v. n. 99α e cf. pexanza con lo stesso significato, nel Libro d. Tre Scritture.

pescetegli    pesciolini 59, 20; v. n. 35.

pescione    pigione 67, 50; v. nn. 18 e 26.

petere    chiedere 79, 17; peto prego 56, 7; 57, 25, pete 43, 337; 44. 28; 57, 28; 79, 35.

Petro    ‘sancto P.’ san Pietro 58, 71.

peuerata    salsa piccante? 55, 26; v. n. 54 e cf. il marchigiano pìvero pepe in Crocioni, Dialetto d’Arcevia e il lucchese pépora in Salvioni, Arch. Glott. XVI, 460.

pharyseo    Fariseo 65, 236; Pharisei 30, 5 e 7.

phylosophato    filosofia 38, 33; cf. n. 89.

piacemento    piacere 3, 22; 36, 50; ‘non m’è p.’ non mi talenta 96, 21; ‘como fo tuo p.’ come ti piacque 21, 19; v. n. 99δ.

piacenza    piacere 3, 5; 80, 86; v. n. 99β.

piacire    piacere 46,. 47; v. n. 81.

piana    facile 24, 95.

piangea d’uno figlio    si lamentava di un f. 22, 4.

piano    ‘de p.’ in forma facile 61, 40; cf. de plano in Buccio di Ranallo e il dantesco di piano che il Parodi spiega ‘alla buona, senza tanti strepiti’, La rima nella D. Comm. 147, n. 42, d.

piatanza    pietà 10, 37; 11, 12; 27, 3; v. nn. 65 e 99α.

piatuso    pietoso 7, 14; v. n. 2.