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LESSICO 265

13, ogne hom 33, 35, qual hom chiunque 29, 6; v. n. 79.

homo    ‘qual h.’ chiunque 37, 13; v. n. 79.

hon    ‘on h.’ ognuno 67, 21; v. n. 79.

hone    ho 74, 45; v. n. 59.

honoranza    ‘per mercé per tua h.’ grazie al tuo onore 69, 141.

honore    vanità, desiderio di gloria 17, 16.

hore    ‘ad h.’ in un momento, in una occasione 67, 13; ‘en quel h.’ in quel tempo 30, 7; v. n. 72.

hostiere    ospiti 14, 61; v. n. 99α e cf. oste per ospite nel pisano, Arch. Glott. XII, 158, e nel Laud. Orvietano, c. 36a; nel lucchese ostieri la persona ospitata, cf. Salvioni, Arch. Glott. XVI, 459.

humanato    ‘lo corpo h.’ umano 12, 1; ‘h. amor’ reso umano 90, 214.

humanetate    ‘sopr’omne h.’ sopra tutte le creature 2, 14; ‘prender h.’ incarnarsi 2, 68.

humure    umori 15, 22; v. n. 1.

hura    ‘en quel’h.’ in quel momento 69, 130; v. n. 11.

Hylarione    ‘sancto H.’ sant’Ilario 55, 25.


icto stante    ‘en uno i.’ subitamente, d’un tratto 43, 124.

idem    ‘in i. stato’ nella stessa condizione 85, 46; v. n. 76.

ignita    infocata 56, 20.

imaginatura    immaginazione 95, 58.

impio    empio 22, 5; v. n. 2.

inanti    innanzi 97, 79; v. n. 18.

inardi    infiammi 81, 24; v. n. 102.

inarenato    arenato 39, 67; v. n. 101.

incende    trans., brucia 91, 187; fiammeggia 90, 3.

increata    non creata 99, 19; v. n. 102.

India    59, 15.

indurato    fatto duro, crudele 66, 5.

inferione    ‘enferno i.’ più più basso dell’inferno 79, 29; v. n. 72.

infigurabil    che non si può immaginare 91, 9.

infinito    avv., sempre 16, 2.

infra    fra 38, 53.

Inghilterra    59, 2.

inico    iniquo 21, 64; 55, 61; v. n. 48.

iniquitanza    iniquità 51, 14; v. n. 99α.

initio    ‘ab i.’ fin dal principio 43, 93.

iniuriamento    séguito d’ingiurie 14, 45; v. n. 99δ.

innoxio    innocente, senza colpa 38, 33.

insignita    improntata 12, 16.

insito    piantato 89, 36; -a 64, 43; cf. il marchigiano nsito innesto in Crocioni, Dialetto d’Arcevia e v. Flechia, Arch. Glott. II, 352 sg.

intenza    combattimento 97, 54.

intuito    38, 45. Il Bonaccorsi: ‘cioè non defeso, non securo’. È forma analoga all’odierno castellano e all’ant. lucchese attuire, che vale