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160 JACOPONE DA TODI

     et far la penitenza,       sì como t’è comandato,
     et, poi che l’ài lassato,       nol déi mai repigliare.
Tu déi ben perdonare       a chi t’à facto offensanza
     col core et con la bocca       senza niuna fallanza;8
     et se tu hai altri offeso,       déi cheder perdonanza
     acciò che Iesù Christo       ti degga perdonare.
Se tu hai de l’altrui,       rendelo interamente
     quanto puoi più cetto,       non lo nduciar niente;12
     et non ti confidare       né in figlio né in parente,
     perché hanno costumanza       del troppo retardare.
Tu déi recessare       omne ria compagnìa,
     perciò che fa cadere       molto cetto in follìa;16
     et costumar con buoni       che ti don buona uia,
     per la qual tu possi       l’alma tua saluare.
La bocca déi hauer chiusa       et la lengua affrenata,
     & non li trar lo freno,       se non poche fiata;20
     et sempre sie sollicito       tenerla ben guardata,
     perciò che ha costumanza       de molto morsecare.
Chi la sua bocca ha aperta       & la lengua tagliente,
     molto legiermente       deuenta maldicente;24
     & omne ben che fai       pocho ti uale o niente,
     ché la tua mala lengua       tutto te l fa furare.
Al tuo corpo misero non       déi aconsentire,
     perciò che sempre uole       manecare & dormire,28
     & non cura niente       giamai a Dio seruire,
     en ioco & in solazo       sempremai uorrìa stare.
Fallo leuar per tempo       senza nulla pigrezza,
     & mettilo in faticha       che non li sia ageuolezza,32
     & uallo recessando       d’omne carnal uaghezza;
     se questo non li fai,       te farà tralipare.
Falli fare abstinenza,       che non sia più goloso;
     portar li panni aspri,       che non sia più gioioso;36
     & operare buone opere,       che non stia più otioso,
     &, perché è mal servo,       délo disciplinare.
Tu déi stare affissato,       non déi gir molto atorno,
     ché nuoce de uedere       le uanità del monno;40
     non portar gli occhi in alto,       ma portali in profonno,
     perciò che son ladroni       de l’anima predare.
Quello che l’occhio uede       sì lo reporta al cuore,
     el falo repensare       de lo carnale amore,44
     et, poi che ci à pensato,       sì retroua el pegiore,
     et perciò è buona cosa       sempre l’occhio guardare.
Tu déi guardar l’orecchie       da li mali udimenti,
     et retener le mano       dai uillan toccamenti,48