et far la penitenza, sì como t’è comandato,
et, poi che l’ài lassato, nol déi mai repigliare.
Tu déi ben perdonare a chi t’à facto offensanza
col core et con la bocca senza niuna fallanza;8
et se tu hai altri offeso, déi cheder perdonanza
acciò che Iesù Christo ti degga perdonare.
Se tu hai de l’altrui, rendelo interamente
quanto puoi più cetto, non lo nduciar niente;12
et non ti confidare né in figlio né in parente,
perché hanno costumanza del troppo retardare.
Tu déi recessare omne ria compagnìa,
perciò che fa cadere molto cetto in follìa;16
et costumar con buoni che ti don buona uia,
per la qual tu possi l’alma tua saluare.
La bocca déi hauer chiusa et la lengua affrenata,
& non li trar lo freno, se non poche fiata;20
et sempre sie sollicito tenerla ben guardata,
perciò che ha costumanza de molto morsecare.
Chi la sua bocca ha aperta & la lengua tagliente,
molto legiermente deuenta maldicente;24
& omne ben che fai pocho ti uale o niente,
ché la tua mala lengua tutto te l fa furare.
Al tuo corpo misero non déi aconsentire,
perciò che sempre uole manecare & dormire,28
& non cura niente giamai a Dio seruire,
en ioco & in solazo sempremai uorrìa stare.
Fallo leuar per tempo senza nulla pigrezza,
& mettilo in faticha che non li sia ageuolezza,32
& uallo recessando d’omne carnal uaghezza;
se questo non li fai, te farà tralipare.
Falli fare abstinenza, che non sia più goloso;
portar li panni aspri, che non sia più gioioso;36
& operare buone opere, che non stia più otioso,
&, perché è mal servo, délo disciplinare.
Tu déi stare affissato, non déi gir molto atorno,
ché nuoce de uedere le uanità del monno;40
non portar gli occhi in alto, ma portali in profonno,
perciò che son ladroni de l’anima predare.
Quello che l’occhio uede sì lo reporta al cuore,
el falo repensare de lo carnale amore,44
et, poi che ci à pensato, sì retroua el pegiore,
et perciò è buona cosa sempre l’occhio guardare.
Tu déi guardar l’orecchie da li mali udimenti,
et retener le mano dai uillan toccamenti,48