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LAVDA .LXXXXI. 147

     se nol fa, ben te piaccia,       guarda non te curassi.84
     Se como déi amassi,       sempre serìe contento,
     portando tal talento       luce senza timore.
Sai che non puoi hauere       se non quello che uol dare;
     et, quando nol uol fare,       già non hai signorìa.88
     Né non puoi possedere1       quel ch’ài per afforzare,
     se nol uuol conservare sua dolce cortesìa;
     Perché tutta tua uia       sì fuor de te è posta,
     ch’en te non è reposta,       ma tutta è nel Signore.92
Donqua se l’hai trouato,       cognosci en ueritate
     che non hai potestate       alcun ben enuenire.
     Lo ben che t’è donato,       fal quella caritate
     che per tua primitate       non se può preuenire.96
     Tutto lo tuo desire       donqua sia collocato
     en quello smesurato       d’ogne ben donatore.
De te già non uolere       se none que uuol esso,
     perdere tutto te stesso       en esso trasformato.100
     En tutti i suoi piaceri       sempre te troua messo,
     uestito sempre d’esso,       de te tutto priuato.
     Però che questo stato       omne uirtute passa,
     ché te Christo non lassa       cader mai en fetore.104
Da poi che tu non ami       te, ma quella bontate,
     cerca per ueritate       ch’una cosa sè facto.
     Bisogno è che te reami       sì con sua caritate,
     en tanta unitate       en esso tu sie attracto.108
     Questo si è baratto       de tanta unione,
     nulla diuisione       pò far doi d’un core.
Se tutto gli t’èi dato,       de te non seruando,
     non te, ma lui amando,       già non te può lassare.112
     Quel ben che t’è donato,       en sé te commutando,
     lasserà sé lassando       en colpa te cascare.
     Donqua co sé lassare       già non può quella luce,
     sì te, lo qual conduce       per sì unito amore.116
O alta ueritate,       cui è la signorìa,
     tu sè termine & uia       a chi t’à ben trouato.
     Dolce tranquillitate       de tanta magiorìa,
     cosa nulla che sia       può uariar tuo stato.120
     Però che è collocato       en luce de fermeza,
     passando per laideza       non perde el suo candore.
Monda sempre permane       mente che te possede,
     per colpa non se lede,       ché non se può salire.124
     En tanta alteza stane       et en pace resede,
     mondo con uitio uede       sotto sé tutto gire.
     Virtute non ha sentire,       né carità feruente,
     de stato sì possente       già non possede honore.128