Pagina:Laude (Roma 1910).djvu/167


LAVDA .LXXXXI. 145

Come l’anima per sancta nichilità & carità peruiene a stato incognito & indicibile.          .lxxxxi.


     SOpr’onne lengua amore,       bontà senza figura,
     lume fuor de mesura,       resplende nel mio core.
Hauerte conosciuto       credea per entellecto,
     gustato per affecto,       uiso per simiglianza.4
     Te credendo tenuto       hauerte sì perfecto,
     prouat’ò quel dilecto       amor d’esmesuranza.
     Or, parme, fo fallanza,       non sè quel che credea,
     tenendo non hauea       uertà senza errore.8
O infigurabil luce,25       chi te può figurare,
     ché uolesti habitare       en la scura tenebrìa?26
     Tuo lume non conduce       chi te ueder gli pare,
     potere mesurare       de te quel che sia.12
     Nocte ueggio ch’è dia,       uirtute non se troua,
     non sa de te dar proua       chi uede quel splendore.
Virtute perde l’acto       da poi che giogne a porto,
     et tutto uede torto       quel che dritto pensaua.16
     Troua nouo baratto       doue lume è aramorto,
     nouo stato gli è porto       de quel non procacciaua.
     Et quel che non amaua       et tutto ha perduto
     quel ch’auea posseduto       per caro suo ualore.20
Se l’acto de la mente       è tutto consopito,
     en Dio stando rapito,       ch’en sé non se retroua.
     De sé reman perdente,       posto nello nfinito,
     ammira co c’è gito,       non sa come se moua.24
     Tutto sì se renoua,       tracto fuor de suo stato,
     en quello smesurato       doue s’anega l’amore.
En mezo de sto mare       essendo sì abyssato,
     già non ce troua lato       onde ne possa uscire.28
     De sé non può pensare       né dir como è formato,
     però che, trasformato,       altro sì ha uestire.
     Tutto lo suo sentire       en ben sì ua notando,
     belleza contemplando       la qual non ha colore.32
De tutto prende sorte,       tanto ha per unione
     de trasformatione,       che dice: tutto è mio.
     Aperte son le porte,       facta ha coniunctione,
     et è en possessione       de tutto quel de Dio.36
     Sente que non sentìo,       que non cognoue uede,
     possede que non crede,       gusta senza sapere.