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LAVDA .LXXXIX. 137

Li rami erano en tanta altura,       non ne posso dir mesura;
     lo pedale en dirittura       era tutto desnodato.
Da nulla parte non uedea       co salire ce potea,16
     se non da un ramo che pendea       ch’era a terra repiegato.
Questo era un rametello       ch’era molto pouerello,
     humilitate era segello       de questo ramo desprezato.
Aduia’ me per salire,       fóme dicto: non uenire,20
     se non te brighi de partire       da omne mortal peccato.
Venneme contritione,       lauaime con confessione,
     et feci satisfactione,       co da Dio me fo donato.
Al salire retornando,       et nel mio cor gia pensando24
     et gia molto dubitando       del salir afatigato.
Pregai Dio deuotamente       ch’al salir me fos iuuente,
     cha, senza lui, non è niente       de tutto quel ch’auea pensato.
Da ciel me uenne una uuce       et disse: ségnate con cruce,28
     et piglia el ramo de la luce       lo qual a Dio è molto a grato.
Con la croce me signai       et lo ramo sì pigliai,
     tutto lo core ci afictai       sì ch’en alto fui leuato.
Poi, leuato en tanta altura,       trouai amor de dirictura,32
     lo qual me tolse onne paura       onde el mio cor era tentato.
Encontenente ch’io fui gionto,       non me lassò figer ponto
     de far sopra me un gionto       en un ramo sopra me plantato.
Poi ch’en quel ramo fui salito,       che da man ritta era insito,36
     de suspiri fui ferito,       luce de lo sponso dato.
Da l’altra parte uolse l uiso       et ne l’altro ramo fui affiso,
     et l’amor me fece riso,       però che m’auea sì mutato.
Et io, sopra me guardanno,       doi rami ce uidde entanno,40
     l’uno ha nome perseueranno,       l’altro amor continuato.
Salendo su cresi posare,       l’amor non me lassò finare,
     de sopra me féme guardare       en un ramo sopra me fermato.
Salendo su sì resedea,       le poma scripte ce pendea,44
     le lacrime ch’amor facea,       ché lo sponso gli era sì celato.
Da l’altra parte uolse l core,       uidde el ramo de l’ardore,
     passando l’à sentito amore       che m’auea sì rescaldato.
Stando loco non finaua,       l’amor molto m’encalzaua48
     de menarme là ue staua       en un ramo sopra me exaltato.
Poi ch’en quel ramo me alzasse,       scripto era ch’io me odiasse,
     perché tutto amor portasse       a quel Signor che m’à creato.
Al ramo da l’altra parte       trasseme amor per arte52
     a lo contemplar che sparte       lo cor d’omne amaricato.
A lo ramo de più alteza       sì fui tracto con lebeza,
     ó languisce en alegreza       sentendo d’amor con odorato.