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132 JACOPONE DA TODI

     de quella beatissima adunanza,
     or facciamo che l’uomo sia en stato
     che truoue en sé quella concordanza;28
     et pareme d’auerlo retrouato,
     se io non fallo nella mia cuitanza.
Tre ierarchie ha l’omo perfecto:
     la prima si è ben encomenzare,32
     lo secondo stato è più electo
     ch’en megliorar fa l’om perseuerare,
     optimo lo terzo sopra electo,
     homo che consuma en ben finare;36
     non se ne trouò ancor decepto
     chi con questi tre uolse albergare,
     molto me ne trouo en gran defecto
     ché io al primo ancor non uolse entrare.40
Aggiome ueduto & ben pensato
     che l’uom perfecto a l’arbor se figura,
     che, quanto più profondo è radicato,
     tanto è più forte ad omne rea fortura;44
     de uil corteccia ueggiolo amantato,
     conseruace l’umore & la natura,
     de rami, foglie & fructo è adornato
     lauora d’omne tempo senza mura;48
     da poi che l fructo hacce appicciato,
     conserualo, nutrica & poi el matura.
La fossa doue questo arbor se planta
     parme la profonda humilitate;52
     che se la radicina loco achianta,
     engrossace ad trar l’umiditate,
     et fa l’arbor crescere & enalta,
     non teme freddo né nulla siccitate;56
     standoce gli ucelli, loco canta,
     esbernace con grande suauitate,
     nascondece lo nido & sì l’amanta,
     che non se ueggia a sua contrarietate.60
Lo ceppo che la radice sì diuide,
     pareme la fede che è formata,
     et le radice dodece ce uide,
     gli articoli con essa congregata;64
     se ensemora non gli tien, la conquide
     deguasta l’arbor tutta conquassata,
     se ensemora l’abracci, sì te ride,
     allìtate nella buona contrata,68
     et càmpate dal loco ó s’allide
     quilli che la tengono uiliata