Pagina:Laude (Roma 1910).djvu/153


LAVDA .LXXXVIIJ. 131

O audito senza audito,       che en te non hai clamore,
     entellecto senza uiso       hai anegato omne ualore;28
     non hai en te possessore,       da altri non èi posseduto,
     omne acto sì t’è renduto,       sì sta l’amore affixato.
L’odorato t’è renduto,       non sai dir que è delectare,
     lo sapore è facto muto,       non sa dir più que è gustare;32
     lo silentio ce appare,       ché gli è tolto omne lenguaio;
     allor par già quietaio,       uiue en sé ben roborato.
Tucti gli acti uechi & noui       en un nichilo son fondate,
     son formati senza forma,       non han termen né quantitate,36
     uniti con la ueritate;       coronato sta l’affecto,
     quietato lo ntellecto,       nell’amore trasformato.


Como in l’omo perfecto sono figurate le tre ierarchie con li noue chori de angeli.          .lxxxviij.


     L’Omo che può la sua lengua domare,
     grande me pare che hagia signorìa;
     ché raro parlamento può l’om fare
     che de peccar non hagia alcuna uia;4
     hagiome pensato de parlare,
     reprendomi, ché faccio gran follìa;
     cha senno en me non sento né affare
     a far deuere grande dicerìa,8
     ma lo uolere sforza el ragionare,
     preso ha lo freno & tiello en sua balìa.
Però me serìa meglio lo tacere,
     ma ueggio ch’io non lo posso ben fare;12
     però parlo & dico el mio parere
     et a correctione ne uoglio stare;
     pregoue tutti che ui sia en piacere
     de uolere lo mio dicto ascoltare,16
     et recurriamo a Dio en cui è l sapere
     che l’asina de Balaam fece parlare,
     ch’ello me dia alcuna cosa dire
     che sia sua laude & a noi possa giouare.20
Pareme che l’omo sia creato
     a la imagine di Dio & semiglianza,
     lo paradiso pareme ordinato
     de noue orden d’angeli en ordenanza;24
     en tre ierarchie è el loro stato