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128 | JACOPONE DA TODI |
Chi per Christo ua empazato, par afflicto et tribulato;4
ma è maestro conuentato en natura & theologìa.
Chi per Christo ne ua pazo, a la gente sì par matto;
chi non ha prouato el facto, pare che sia fuor de la uia.
Chi uol entrare en questa scola, trouerà doctrina noua;8
la pazìa, chi non la proua, già non sa que ben se sia.
Chi uol entrar en questa danza, troua amor d’esmesuranza;
cento dì de perdonanza a chi li dice uillanìa.
Ma chi ua cercando honore, non è degno del suo amore,12
ché Iesù fra doi latrone en mezzo la croce staìa.
Ma chi cerca per uergogna, ben me par che cetto iogna;
ià non uada più a Bologna a mparar altra mastrìa.
Como se deue amar Christo liberalmente como esso amò noi. .lxxxv.
O Amor che m’ami, prendime a li toi hami,
ch’io ami co so amato.
O amor che ami et non troui chi t’ami,
chi sal per li toi rami sempre se chiama engrato.4
O engrato nobile, sommerso en ammirabile,
non puoi salire equabile d’amore adoguagliato.
O amore actiuo che non troui passiuo,
che uenga a l’amatiuo d’amor purificato.8
Amor ch’ai nome amo, plural mai non trouamo,
da te fonte gustamo, amor da te spirato.
Amor, mostrame el como, ché l quanto, non è homo
che nol somerga el somo del quanto smesurato.12
El como te mostrai quando me encarnai,
per te peregrinai en croce consumato.
El quanto armàse en sete, ché non for mai aprete
l’altissime secrete en subiecto finato.16
Non reman dal daiente, ma dal recipiente,
non è sufficiente a Dio nullo creato.
Lo enfinito amare, finito en demostrare,
la mostra terminare in amor sterminato.20
En quilli amorosi abyssi gli sancti son sommersi,
dentro & da fore oppressi d’amore spelagato.
L’alteza è infinita, longeza non compita,
largeza sterminata profondo sprofondato.24
Non puotte più l’amore mostrar facto maggiore,
che farme lo minore en degli omini deiectato.