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LAVDA .LXXI. | 113 |
Ècce un capezale: Christo en croce sale,
morto & tormentato, con ladroni acompagnato.
Stese ce son lenzola, lo contemplar che uola,
specchio de diuinitate, uestito d’umanitate.28
Coperto è de speranza a darme ferma certanza,
de farme citadino en quel albergo diuino.
La caritate iogne et con Dio me coniogne,
iogne la uilitade con la diuina bontade.32
Et qui nasce un amore, ch’à emprennato el core,
pieno de desiderio, d’enfocato mysterio.
Prenno liquidisce, languendo parturisce;
parturisce un rapto et nel terzo ciel è tracto.36
Cielo humano passa, l’angelico trapassa,
et entra en la caligine col figlio della uergene.
Et en Dio uno & trino, loco li se mette el frino
d’entellecto posato, l’affecto adormentato.40
Et dorme senza somnia, ch’à ueritate d’omnia
ch’à reposato el core nello diuino amore.
Vale, uale, uale! ascende per queste scale,
ché po cader en basso, fari6 grande fracasso.44
Como el uero amore del proximo in pochi se troua. .lxxij.
UOrrìa trouare chi ama, molti trouo che sé ama.
Credeua essere amato, retrouome engannato,
diuidendo lo stato perché l’omo sì m’ama.
L’omo non ama mene, ama quanto en me ène;74
però, uedendo bene, ueggio che falso m’ama.
Se so ricco, potente, amato da la gente,
retornando a niente, omne homo sì me sciama.
Ergo auere è amato, cha io son odiato;88
però en folle è stato chi ’n tal pensier sì m’ama.
Veggio la gentileza che non aggia riccheza,
retornarà en uileza,9 on hom l’apella brama.
L’omo enseruitiato da molta gente è amato;12
uedutolo enfermato, on hom sì lo sciama.
L’omo te uole amare mentre ne pò lograre,
se nogl puoi satisfare, tògliete la tua fama.
L’omo ch’à santetate, troua grande amistate;16
se gl uien la tempestate, rompegliese la trama.
Fuggo lo falso amore, che non me prenda l core;
retornome al Signore che solo uero ama.