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LAVDA .LXIX. 109

Chi en tal stato monta sune       è con le dominatione,
     al demonio porta amore       et grande prende securtade.52
Nello quarto fui poi leuato,       el mio entellecto fu scurato,
     dal nemico fui pigliato,       non sapea que me fare.
Non potea el quinto patire,       per dolor andai a dormire,
     en fantasìa fo l mio uedire       el diauolo a somniare.56
Nel sexto perdei el sonno,       tenebroso uidde el monno,
     furome nemici entorno,       uolserme far desperare.
La memoria m’aiutòne       et de Dio me recordòne,
     lo mio cor se confortòne       et la croce uolli abracciare.60
Chi la croce strigne bene,       Iesù Christo li souiene,
     poi lo principato tiene       ne la gloria eternale.
Fui nel septimo approbato,       & doppio lume me fo dato;
     fo el nemico tralipato,       non potendome engannare.64
Mantenente retornòne       como un angelo el latrone,
     una chiesa me mostròne       ch’io l’andasse a releuare.
Io, com homo timorato       et del cader amaestrato,
     non ce uolsi uolger capo,       al ramo octauo uols’andare.68
Allor m’aparue como Christo       et disse: io so tuo maistro;
     pìgliate de me dilecto,       ché te uoglio consolare.
Io respusi: Christo disse       ch’io en lui non me folcisse,
     nel suo Patre lo uedisse,       ne l’eterna claritate.72
Como un angelo de luce       me apparue entro la fuce,
     et disseme en chiara uuce:       tu sè degno d’adorare.
Io respusi: omne honore       sia del mio Creatore;
     en ciò conosce lo mio core       che non sè quel che tu pare.76
Vedendome l nemico sagio,       se partì con suo dannagio;
     et io, compiendo l mio uiagio,       fui nel ramo del contemplare.
L’onor dando a l’Onnipotente,       tutta si squarciò mia mente,
     uedendoci Dio presente       en ciò ch’auea resguardare.80
Questo è lo ciel cristallino,       cha speranza sì uien mino;
     chi de lo splendor è pino,       regna colle potestate.
Al terzo ciel poi pusi mente,       più che sol era lucente,
     tutta s’enfiammò mia mente       de uoler là su andare.84
Per un arbor sì s’apiana,       caritate sì se chiama,
     en alto stende suoi rama       et la cima è che non pare.
Volsi montar a cauallo,       disseme: caualca sallo,
     o tu, hom, agi el bon anno,       emprima scolta el mio parlare.88
Due battaglie hai tu uente,       lo nemico & l’altra gente;
     ormai purifica tua mente,       se per me uorrai montare.
Io respusi con amore:       io so libero de furore,
     ciò me mostra lo splendore       ch’i’ obedisca el tuo parlare.92