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84 JACOPONE DA TODI

Rècamese la cocina,       messa en una mia catina;
     puoi ch’abassa la ruina,       beuo e nfondo el mio polmone.
Tanto pane enante afetto,       che n’è statera un porchetto;24
     ecco uita d’uomo strecto,       nuouo sancto Hylarione.
La cocina manecata,       ecco pesce en peuerata;
     una mela me c’è data       et par taglier de storione.
Mentre mangio ad ura ad ura       sostengno grande freddura,28
     leuome a l’ambiadura       stampiando el mio bancone.
Paternostri octo a denaro       a pagar Dio tauernaro;
     ch’io non agio altro thesaro       a pagar lo mio scottone.
Se ne fosser proueduti       gli frati che son uenuti32
     en corte pro argir cornuti,       che n’auesser tal boccone.
Se n’auesser cotal morso,       non farìen cotal discorso;
     en gualdana corre el corso       per hauer prelatione.
Pouertate poco amata,       pochi t’anno desponsata,36
     se se porge uescouata,       che ne faccia arnunzascione.
Alchun è che perde el monno,       altri el lassa como a sonno,
     altri el caccia en profonno;       diuersa han conditione.
Chi lo perde è perduto,       chi lo lassa è pentuto,40
     chi lo caccia al proferuto,       èglie abominatione.
L’uno stando gli contenne,       l’altri dui arprende arprende,
     se la uergogna se spenne,       uederai chi sta al passone.
L’ordene sì ha un pertuso       ch’a l’uscir non è confuso;44
     se quel guado fusse archiuso,       starìan fissi al magnadone.
Tanto so gito parlando,       corte i Roma gir leccando,
     ch’ò ragionto alfin lo bando       de la mia presumptione.
Iaci, iaci en esta stia       come porco de grassìa!48
     lo natal non trouerìa       chi déme lieue paccone.
Maledicerà la spesa       lo conuento che l’à presa;
     nulla utilità n’è scesa       de la mia reclusione.
Faite, faite que uolite,       frati che de sotto gite;52
     cha le spese ce perdite,       prezo nullo de prescione.14
Ch’aio grande capitale,       ché me so uso de male,
     et la pena non preuale       contra lo mio campione.
Lo mio campion è armato,       del mio odio scudato,56
     non pò esser uulnerato       mentre à collo lo scudone.
O mirabel odio mio,       d’omne pena ài signorìo,
     nullo recepì engiurìo,       uergogna t’è exaltatione.
Nullo te troui nemico,       omnechiuegli ài per amico;60
     io solo me so l’inico       contra mia saluatione.
Questa pena che m’è data,       trent’ann’è che l’agio amata;
     or è gionta la giornata       de sta consolatione.
Questo non m’è orden nouo,       che l capuccio longo arprouo;64
     ch’anni diece enteri truouo       ch’i’ l portai gir bizochone.