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LAVDA .LIIJ. 81

Mandai li mei doctori       con la mia sapienza,
     disputaron, el uero       mostraro senza fallenza,28
     sconfissero & cacciaro       omne falsa credenza,
     demonstrar mia prudenza       de uiuere ordenato.
Vedete el mio cordoglio       a que so mo reducto!
     lo falso clericato       sì m’à morto & destructo;32
     d’ogne mio lauoreccio       me fon perder lo fructo,
     maior dolor che morte       da lor aggio portato.


Del pianto de la chiesa reducta a mal stato.          .liij.


     PIange la ecclesia, piange & dolura,
     sente fortura di pessimo stato.
O nobilissima mamma, que piagni?
     mostri che senti dolur molto magni;4
     narrame l modo perché tanto lagni,
     ché sì duro pianto fai smesurato.
Figlio, io sì piango, ché m’aggio anuito;
     ueggiome morto pate & marito;8
     figli, fratelli, nepoti ho smarrito,
     omne mio amico è preso & legato.
So circundata da figli bastardi,
     en omne mia pugna se mostran codardi,12
     li mei legitimi spade né dardi
     lo lor coragio non era mutato.
Li mei legitimi era en concorda,
     ueggio i bastardi pien de discorda,16
     la gente enfedele me chiama la lorda
     per lo reo exemplo ch’i’ ho seminato.
Veggio esbandita la pouertate,
     nullo è che curi se non degnetate;20
     li mei legitimi en asperitate,
     tutto lo mondo gli fo conculcato.
Auro & argento hon rebandito,
     fact’hon nemici con lor gran conuito,24
     omne buon uso da loro è fugito,
     donde el mio pianto con grande eiulato.
O’ sono li patri pieni de fede?
     nul è che curi per ella morire;28
     la tepedeza m’à preso & occede,
     el mio dolore non è corroctato.
O’ son li propheti pien de speranza?
     nul è che curi en mia uedouanza;32
     presumptione presa ha baldanza,
     tutto lo mondo po lei s’è rizato.