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Quelli che rende la cosa eh’ è diposta ’ appresso lui, non per sua volontà, ma per paura, non è giusto per se, ma per altrui. Ma colui che rende per cagione d’onestà, e di suo proprio volere, si è giusto.

Li danni che vengono nelle compagnie degli uomini, sì sono in tre modi. L’uno si è per errore e per ignoranza; l’ altro si è per negligenza ^ non per volontà di nuocere; lo terzo modo si è per pensata malizia, e per volontà di nuocere ’\

Danno per ignoranza fa l’uomo, quand’egli fa alcuna cosa ria, e non crede fare ciò, siccome quando l’ uomo uccide lo padre, e crede uccidere uno suo nimico. Danno per negligenza’’ fa l’uomo, quand’ egli ne’ suoi fatti, come negli altrui, non

1) Mutato disposta iu diposta coi mss. del Sorio. Il T: la chose qui li est bailliée.

2) Il t: par nejjUgcnce, sanz volonté de domagier. Corretto coi mss. del Sorio e Vis., la stampa: per ignoranza, in per negligenza.

3) Qui è grande lacuna nelle stampe, t: par error et non savoir, est qiiaat li hom faite aucune mauvaise chose, et ne cuide faire ce, si comme est ocire son pére, quant il cuidc son eneriii tuer. Empiuta la lacuna coi mss. del Sorio, Zanotti, e Marciani A, B, e Vis. La lacuna è da volontà, di nuocere, fino a danno per neylig^jnza.

4) Corretto ignoranza, in negligenza, col contesto, col ms. Vis. e col t: par ìic/ligencf/.