Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/96

92

92

Cai’Jtolm XXVII. Anche della giustizia ’.

(irli nhitatoi’i tldlo cittadi sono insieme, e tolle ruiio (laU’altr’. o dà utio alT altro, e rendons! guiderdone, secondo la quantitade delle cose loro, infino che elli veng-ono alla diritta metade. Poniamo che ’1 ferratore abbia cosa che vaglia uno, e ’l calzolaio abbia cosa che vaglia due, e ’1 maestro della casa abbia cosa che voglia tre; dunque è mestiere che ’1 fabbro teglia dal calzolaio l’opera sua, e ’1 calzolaio toglia dal maestro Topera sua, imperò che l’opera dell’ uno ^ migliore che quella dell’altro; onde è mestiero che vi sia qualche agguagliamento, sì che tornino al mezzo. E però fu trovato il danaio, sì come giustizia; imperò che il danaio si è mezzo per lo quale l’uomo reca ogni cosa ineguale ad eguale; e puote r uomo dare e togliere cose grandi e piecole per lo danaio: ed è istrumento per lo quale chi è giudice puote fare la giustzia. Il danaio si è legge la quale non ha anima, ma il giudice

1) 11 t: F or ore ile re m ehm e.