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non puoto essore disgua^lianza non vi sarebbe aggiiag-liaiiza ’. E cosi la giustizia è in proporzione di numero. E così come la giustizia ò cosa eguale, così la ingiustizia è cosa ineguale. Però il signore della giustizia si sforza di agguagliare le cose che sono ineguali, onde costui uccide, colui percuote, e l’altro manda in pellegrinaggio ^ insino a tanto ch’egli abbia renduto cambio allo infelice, e abbia soddisfatto a colui eh’ è stato isforzato. E forzasi il signore della giustizia di recare a mezzo il soperchio e ’l meno nelle cose utili; e però toglie all’ uno e dà all’ altro infino a tanto ch’elli sono agguagliati. E però gli conviene sapere lo modo com’ egli teglia al maggiore e dia al minore, e com’egli faccia soddisfare ’, acciò che i sudditi suoi vivano in bona fermezza di metade.

1) Corretto coi mss. del Sorio, e col t. e in quelle medesime cose puolc essere etjnafjlianza, in: e in quelle medesime cose nelle quali è agguaijlianza, punte essere dissagguaglianza.

2) Il t: cachier en exil. Il ms- Zanotti leg-ge: in esilio. Bono conosceva la differenza che è fra esilio e pellegrinaggio. Potrebbe saporitamente alludere al costume di alcuni, i quali a que’ giorni fetti devoti per forza, nel tempo del loro esilio recaronsi col bordone a Gerusalemme al santo sepolcro, a quello di s. Pietro a Roma, o altrove, come leggiamo nelle cronache.

3) Il T: satisfaire dou torfait quant il avient.